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Casa Internazionale delle Donne – Scheda e cronologia

La Casa Internazionale delle Donne: la vertenza tra le associazioni e il Comune rischia di distruggere un servizio e un punto di riferimento per le donne, un patrimonio collettivo straordinario e un pezzo di memoria della nostra città.

La Casa Internazionale delle Donne di Roma si trova nel complesso monumentale già denominato “Buon Pastore” (dal ‘600 adibito a reclusorio femminile) in Via della Lungara a Roma, ed è stato destinato fin dal 1983 a finalità sociali, con particolare riguardo alla cittadinanza femminile. Da allora ospita 30 associazioni che in questi 30 anni hanno accolto 500.000 donne. Nella Casa vengono promossi molti servizi diretti alle donne, come il contrasto al sessismo e al razzismo, l’accoglienza e sostegno a donne in difficoltà e/o vittime di violenza, servizi per la salute delle donne, sostegno alla produzione culturale delle donne, sostegno alla genitorialità e alla ricerca del lavoro, costruzione e partecipazione a reti internazionali di donne. Negli spazi del complesso sono presenti un Centro Congressi e la Foresteria Orsa Maggiore, che sono direttamente gestiti dal Consorzio della Casa e sono un’importante risorsa sia per le Associazioni che per gli ospiti che ne fruiscono, il Ristro LUNA E L’ALTRA, e molti altri spazi a disposizione delle donne.

L’immobile concesso dal Comune al Consorzio delle Associazioni ha una destinazione di pubblica utilità, con un canone di affitto valutato nella misura del 10% di un ipotetico canone di mercato – sempre assai alto, considerando la posizione e la grandezza dell’immobile – di 80.000 euro l’anno. In questi anni le associazioni hanno accumulato un debito con il Comune che a oggi ammonta a circa 900.000 euro. Una situazione dovuta al fatto che svolgendo attività non a fini di lucro – e moltissime iniziative e servizi erogati sono gratuiti -, non avendo finanziamenti pubblici (esclusa la partecipazione a bandi per progetti), e facendo fronte anche ad alcune spese per la manutenzione dell’immobile, il disavanzo si è andando aggravando negli anni. Le difficoltà erano già state segnalate all’Amministrazione comunale ai tempi del Sindaco Marino, che aveva predisposto una delibera per una ridifinizione del canone, senza però portarla a compimento per la prematura interruzione della consiliatura.

L’Amministrazione pentastellata ha invece aperto una vertenza con la Casa, sollecitando il pagamento degli arretrati e manifestando la volontà di sottrarre l’mmobile alle associazioni che lo gestiscono da anni, con la prospettiva di una gestione diretta da parte del Comune e/o della messa a bando degli spazi per aprire a nuove realtà associative. Ancora nell’ultimo incontro, nel luglio 2020, l’Assessora al Patrimonio Vivarelli, subentrata all’assessora Castiglione, a fronte della proposta avanzata da tempo dal Consorzio della Casa per risolvere il contenzioso con l’amministrazione di  300mila euro (considerando il valore sociale ed economico dei servizi svolti da anni nell’immobile,  calcolato in via sperimentale grazie a un metodo elaborato dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis)  pari a 700mila euro all’anno)  più la stipula di una nuova convenzione di comodato d’uso gratuito,  propone ancora una volta lla soluzione della rateizzazione dell’importo, addirittura aumentato dei canoni successivi, arrivando alla cifra di 1 milione di eur

Il timore che uno spazio così importante per le donne della città possa venire meno, anche per la difficoltà che più volte questa Amministrazione ha dimostrato nella gestione di bandi pubblici, e che si interrompano tanti servizi fondamentali che la Casa fornisce da decenni, ha provocato una forte reazione e una partecipata mobilitazione sotto il Campidoglio nel maggio scorso. Ciò nonostante la Sindaca Raggi e le sue Assessore hanno ritenuto di procedere con la revoca della Concessione, rifiutando la proposta della Casa di corrispondere una parte del debito accumulato e di pagare un canone ridotto fino alla scadenza naturale della concessione nel 2020. Le Associazioni hanno così avanzato un ricorso al TAR chiedendo la revoca della determina, ma anche avviato una raccolta fondi – a cui si aggiunge un finanziamento alla Casa deliberato dalla Regione Lazio – a sostegno della proposta di transazione con il Comune.

Carteinregola intende mantenere vivo il dibattito sul rischio che questa e tante altre realtà che offrono da tempo un servizio sociale e culturale alla città vengano archiviate in nome di ragioni meramente economiche. Le regole, che da sempre sono il faro della nostra associazione, devono essere applicate valutando tutti i fattori in gioco. E in casi come questo riteniamo che non si possano ignorare il valore sociale e il riferimento umano e culturale offerto alle donne e alla cittadinanza dalla Casa Internazionale delle Donne, in un momento in cui assistiamo a una drammatica escalation di femminicidi e di episodi di violenza contro le donne, e di iniziative oscurantiste che mirano a comprimere, se non annullare, i diritti delle donne conquistati con battaglie durate generazioni.

 

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(Foto del giardino-cortile dell’edificio del Buon Pastore tratta dal sito della Casa Internazionale delle Donne)

Pubblichiamo alcune riflessioni tratte dall’introduzione di Dacia Maraini alla relazione per il progetto di costituzione del Consorzio Casa Internazionale delle Donne (Delibera di Giunta 1617/99)

(… )

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La Scheda

a cura di Thaya Passarelli

Tratto da: http://www.casainternazionaledelledonne.org/index.php/it/chi-siamo

Un progetto unico al mondo

La Casa Internazionale delle Donne di Roma, è situata nel complesso monumentale già denominato “Buon Pastore” (fin dal ‘600 adibito a reclusorio femminile), destinato nel 1983 a finalità sociali, con particolare riguardo alla cittadinanza femminile.
foto storica via del governo vecchio casa delle donneNel 1987 Il Movimento Femminista romano, a seguito dello sfratto dalla Casa delle Donne di Via del Governo Vecchio – Palazzo Nardini occupa la parte seicentesca di Via della Lungara 19 rivendicando la prevista destinazione e dando inizio ad una lunga trattativa con il Comune per il restauro e la consegna dell’edificio all’associazionismo femminile.
Nel 1992, finalmente, grazie al sostegno del Coordinamento donne elette del Comune di Roma, il Progetto Casa Internazionale delle Donne è elencato tra le opere di Roma Capitale e approvato dal Comune stesso. E’ così che La Casa Internazionale delle Donne diventa quell’organismo autonomo preposto a valorizzare la politica delle donne, offrire servizi e consulenze.
Questo luogo, unico nel suo genere, ha bisogno della forza e la costanza delle associazioni e delle donne che lo abitano. Questo luogo ha oltre una decina di dipendenti che con la loro professionalità tengono vivo un ristorante, una segreteria organizzativa, una foresteria e un centro congressi. Per gestire e mantenere tutto questo abbiamo bisogno di risorse. Una tessera di sostegno viene prodotta ogni anno e, in cambio di convenzioni speciali con altre strutture chiede un piccolissimo/grande contributo a tutti, sia associazioni che ospiti della Casa.
L’Impegno costante e comune dopo tutti questi anni è di far crescere l’attenzione e di informare sempre più sulle varie iniziative che nascono alla Casa Internazionale delle Donne a Roma a Trastevere, una struttura aperta che guarda al territorio e al mondo; un laboratorio dove si coniuga la politica di genere; un centro cittadino, nazionale e internazionale di accoglienza, d’incontro, di promozione dei diritti, della cultura, delle politiche, dei “saperi” e delle esperienze prodotte dalle e per le donne.
Tra i nostri temi resta prioritario quello legato all’autodeterminazione e alle scelte libere sulla salute riproduttiva, ma l’impegno politico, in ascolto delle nuove istanze della società, si è ampliato ad altri ambiti: il contrasto al sessismo e al razzismo, istituzionale e popolare; l’accoglienza e il sostegno alle donne in difficoltà e/o vittime di violenza; la legalità, contro le mafie e la criminalità organizzata; la giustizia ambientale, in relazione con i nuovi movimenti; una nuova visione della città e dell’organizzazione urbana; la cooperazione internazionale; l’attenzione e il sostegno alla produzione artistica femminile, dalle registe, alle scrittrici, alle pittrici. E altro ancora. Il magnifico scenario della Casa internazionale è abitato da eventi di teatro, musica e spettacolo sempre più numerosi e d’alto spessore, che rendono la Casa Internazionale delle Donne un centro propulsore della cultura e delle azioni delle donne.
Lo scopo sociale del Consorzio Casa Internazionale delle donne (Art. 3 dello Statuto)
Poiché il Consorzio Casa Internazionale delle Donne è lo strumento operativo del Progetto politico e culturale Casa Internazionale delle Donne, e , così come scaturito dalle lotte e dalle negoziazioni portate avanti dalle Associazioni femminili e femministe federate al CFS e all’AFFI. In coerenza con la delibera n. 95/2001 approvata dal Consiglio Comunale del Comune di Roma, l’Associazione ha per scopo la promozione, lo sviluppo e la gestione del complesso ove ha sede e delle attività svolte dalla Casa Internazionale delle Donne, garantendo il conseguimento dell’autonomia economica da attuare con modalità coerenti con le finalità politiche del progetto e dei soggetti femminili e femministi che ne fanno parte. Nella sua qualità di Associazione di promozione sociale l’Associazione non ha finalità di lucro e svolge attività di utilità sociale nei confronti delle associate e delle donne in generale. E’ esclusa qualsiasi finalità professionale o di categoria, ovvero di tutela degli interessi economici delle associate.

Cronologia aggiornata al 30 novembre 2018

(per osservazioni o integrazioni scrivere a laboratoriocarteinregola@gmail.com)

Il complesso di Via della Lungara, denominato originariamente “Monastero delle Pentite”, sin dalla sua fondazione – anno 1615 – ha ospitato esclusivamente comunità femminili

25 maggio 1983: il Comune entra in possesso del complesso immobiliare del Buon Pastore a seguito di transazione autorizzata con deliberazione C.C. n. 3924/82;

Con deliberazione G.M. n. 6325/83, il Comune di Roma destinava il suddetto complesso immobiliare per finalità sociali, con particolare riguardo alle esigenze della collettività femminile cittadina (Casa della Donna, sede di movimenti femministi); tale destinazione rispondeva alle tradizioni storiche del complesso, il quale
denominato originariamente “Monastero delle Pentite”, sin dalla sua fondazione – anno 1615 – ha ospitato esclusivamente comunità femminili; assegnava 1.900 mq. del complesso del Buon Pastore al Centro Femministe Separatiste (C.F.S.);

19 luglio 1985: con atto di concessione (protocollo n. 97565 del 19 luglio 1985) l’Amministrazione Capitolina consegna solo una porzione dei 1.900 mq. assegnati al Centro Femministe Separatiste, risultando il resto del complesso in stato di degrado; nel tempo, il complesso viene utilizzato anche dall’Associazione Federativa
Femminista Internazionale (A.F.F.I.) e da altre associazioni e movimenti femministi;

15 dicembre 1990: con legge n. 396 del 15 dicembre 1990, e successivo D.M. art. 1 lettera c. 3.1. – interventi di recupero – il complesso venne destinato a Casa Internazionale della Donna, prevedendo il programma per il restauro e per il recupero funzionale del complesso; Vai al documento: D.M. 30.03.1992_GU75_Seriegenerale. A pagina 42 sono indicate le risorse disponibili ex art. 10 della Legge 396/1990 per : “Ristrutturazione recupero funzionale del complesso del Buon Pastore per la sede della Casa Internazionale delle Donne”, codice settore C3. Vedi anche a pag 108 l’elenco degli interventi previsti nell’ambito del settore C3.

1991: il Comune di Roma, con deliberazioni C.C. nn. 179/91 e 477/91, individua tra gli interventi prioritari del Programma per Roma Capitale – poi approvati dal Ministero Aree Urbane con decreto dell’1 marzo 1992 – quello relativo alla realizzazione della Casa della Donna presso il complesso del Buon Pastore (vedi nota precedente).

1996:

– il Comune di Roma, con deliberazione del Consiglio Comunale DCDelib. N 33 del 14.03.1996, inserisce la ristrutturazione del complesso immobiliare nelle “Proposte integrative del programma di interventi per Roma Capitale finalizzate al grande Giubileo del 2000”; nell’ambito del suddetto programma di interventi, venivano finanziati e realizzati i lavori dell’ala ottocentesca e dell’ala seicentesca; al termine dei lavori parte della porzione del complesso immobiliare ristrutturata è stata allestita a cura della Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma per essere destinata a sede della Casa Internazionale della Donna;

– il Comune di Roma, con deliberazione DGDelib.N 2556 del 23.07.1996, approva la costituzione e la nomina di una Commissione con l’incarico della progettazione culturale e della verifica tecnico-economica per la realizzazione della Casa Internazionale della Donna presso il complesso di che trattasi, con il compito, in
particolare, di:
a) definire in modo dettagliato:
– il progetto culturale;
– le finalità, i servizi e le attività della Casa Internazionale della Donna;
– i criteri e le modalità per l’accesso e l’uso degli spazi e dei servizi da parte delle realtà istituzionali e delle realtà associative delle donne che ne faranno richiesta;
b) indicare:
– la definizione degli spazi relativi ai soggetti precedentemente titolari di concessione che svolgono attività all’interno dell’immobile;
– il reperimento delle risorse economiche per la sua realizzazione;
c) individuare:
– l’assetto gestionale e istituzionale;
– le linee per la redazione del piano di fattibilità tecnico-economico

1997

La Commissione consegna – protocollo Gabinetto del Sindaco n. 30664 del 23 luglio 1997 – la relazione che detta i parametri per la realizzazione della Casa Internazionale della Donna, secondo le direttive indicate dalla citata delibera G.M. n. 2556/96.

3 marzo 1999 si costituisce tra le associazioni, gli organismi ed i movimenti femministi – federati al Centro Femministe Separatiste (C.F.S.), ed all’Associazione Federativa Femminista Internazionale (A.F.F.I.) – promotori dell’individuazione del complesso del Buon Pastore, come Casa Internazionale della Donna – il Consorzio Casa Internazionale delle Donne, con lo scopo di promuovere e sviluppare le attività del complesso del Buon Pastore dove ha sede la Casa Internazionale della Donna e di gestire a tal fine spazi e strutture;

6 agosto 1999: Con Delibera Giunta n. 1617/1999 si approva all’unanimità la relazione e la proposta di delibera presentata dalla Commissione incaricata della progettazione culturale e della verifica di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione della Casa Internazionale della Donna presso il complesso del Buon Pastore. Vai al documento: DGDelib. N 1617 del 06.08.1999

2001

24 settembre 2001: Con Delibera Giunta n. 95/2001 si approva la Convenzione – concessione tra il Comune di Roma e il Consorzio Casa Internazionale delle Donne per la realizzazione della Casa Internazionale della Donna e la concessione per anni dodici di una porzione del complesso immobiliare del Buon Pastore, nonché l’assegnazione di ulteriori spazi residui all’interno del medesimo complesso immobiliare. Vai al documento: DCDelib. N 95 del 24.09.2001

2003
4 marzo 2003: Con Ordinanza del Sindaco n. 41/2003 vengono approvate le Istituzioni /gli Organismi di verifica e controllo per il programma Casa Internazionale della donna. Vai all’Ordinanza: Ordinanza N 41 del 04.03.2003

2010

30 luglio 2010: Con Delibera Giunta n. 245/2010 viene autorizzata la proroga di anni 6 del periodo di concessione. Vai al documento: DGDelib. N 245 del 30.07.2010
10 settembre 2010 L’ assemblea straordinaria sottoscrive lo Statuto di costituzione dell’Associazione di promozione sociale senza fini di lucro, denominata “Consorzio Casa Internazionale delle Donne”

Il Consorzio ritiene che la convenzione con il Comune di Roma del 2001 ha individuato un canone rnon sostenibile a fronte della gratuità dei servizi elencati e che, nel corso degli anni, ha determinato l’accumulo di un debito pregresso non onorato che nel 2018 ammonterà ad euro 833.000,00;

2013-2015: la Giunta Marino predispone uno schema di delibera di Assemblea Capitolina che va a riconoscere le attività e i servizi svolti dalla Casa Internazionale delle Donne, abbatte il canone di concessione e ne rimodulava l’importo sulla base delle sole aree commerciali concesse. Delibera mai approdata in Assemblea Capitolina, consultabile nel verbale della Commissione delle elette 7 marzo 2017. Vai al documento: commissioneElette_06032017

2017

6 marzo 2017: Audizione del Consorzio “Casa Internazionale delle donne” alla Commissione delle Elette: consulta il verbale della Commissione al link: commissioneElette_06032017

5 giugno 2017: Con Nota Prot. QC 15585 del 5/6/2017 la Direzione Gestionale del Dip. Patrimonio, Sviluppo Valorizzazione invita il Consorizio al versamento di quanto dovuto a titolo di debito pregresso nonchè al pagamento dei canoni mensili come indicati nella nota stessa (debito pari a Euro 802.309,13 ).

31 luglio 2017: Roma Capitale pubblica un bando per l’assegnazione di locali di proprietà di Roma Capitale da destinare alla realizzazione di progetti per attività culturali e di rilievo sociale finalizzati a promuovere la rigenerazione urbana. https://www.comune.roma.it/web-resources/cms/documents/bando_locali_attivita_culturali_sociali1.pdf . Il Lotto n.2 riguarda i locali nel complesso “Buon Pastore” in via della Penitenza 37 Municipio I Superficie: mq. 495 Identificazione catastale: foglio 489 part.83 sub. 508.

19 settembre 2017 la Terza Sezione giurisdizionale centrale di Appello – Corte dei Conti, nella sentenza rigaurdante una complessa vicenda per altri immobili concessi dal Comune ad associazioni, sancisce il principio che non c’è danno all’erario comunale se lo spazio concesso offre serivizi tutelando i bisogni della collettività scarica la sentenza www.corteconti.it/export/sites/…/sentenze/…/sentenza_456_2017_terza_appello.pdf

8 novembre 2017: Con Nota Prot. QC 29942 del 8/11/2017 la Direzione Gestionale del Dip. Patrimonio, Sviluppo Valorizzazione diffida il Consorzio al versamento di quanto dovuto a titolo di debito pregresso nonchè al pagamento dei canoni mensili come indicati nella nota stessa ( debito pari a Euro 833.512,30).

6 dicembre 2017: Istituzione della Commissione per la valutazione delle istanze e la formulazione delle graduatorie afferenti al bando del 31.07.2017 (vedi sopra). DD_istituzione_Commissione_bando_cultura2

28 dicembre 2017 La Giunta della Regione Lazio approva una Delibera che prevede “di destinare la somma di euro 90.000,00 di cui euro a 60.000,00 a valere sulla missione 12 programma 08 Cap H41925 ed euro 30.000,00 a valere sulla missione 12 programma 05 Cap. H41922 es. fin. 2017, che presentano la necessaria disponibilità, quale contributo straordinario al Consorzio Casa internazionale delle donne, per il sostegno dei servizi di consulenza di tipo legale, psicologico, ed a sostegno della genitorialità, nelle more della stabile definizione del rapporto giuridico ed economico tra l’associazione e Roma Capitale” (la cifra corrisponde al venti per cento del valore economico annuo stimato dalla Casa Internazionale delle attività erogate a titolo gratuito per un valore pari a circa 700.000,00 euro l’anno) scarica la delibera DGR 936 reg lazio casa delle donne

2018

2 maggio 2018: La Presidente della Commissione delle Elette, Gemma Guerrini, illustra la propria relazione sugli esiti della indagine relativa alla attuazione del Progetto “Casa internazionale della donna” da realizzarsi, a cura del Consorzio “Casa Internazionale delle Donne”, presso l’immobile ex-Convento del Buon Pastore (via della Lungara, Roma) come da Atti di concessione/convenzione stipulati da Roma Capitale con detto Consorzio (Deliberazioni n. 95/2001 e n. 245/2010) sulla Casa Internazionale delle donne. Consulta il verbale con allegata la relazione della Presidente al link: Elette_02052018;

2 maggio 2018: Approvazione graduatoria e aggiudicazione provvisoria ai concorrenti primi classificati del Lotto 1 e 2 del bando del 31.07.2017 . Per i Locali del complesso del Buon Pastore l’assegnatario vincitore è Europa Incanto ONlus in ATS con Associazione Culturale Progetto Goldstein con sede in Via Nomentana 91, 00161 Roma. determina_aggiudic_Lotti1-2bandocultura2_

maggio 2018: La Presidente del Consorzio Casa Internazionale delle Donne, Francesca Koch, risponde alla Presidente della Commissione delle elette con una relazione: scarica il testo: Risposta alla relazione della presidente della Commissione delle Elette del 2 maggio 2018

17 maggio 2018: L’Assemblea Capitolina approva con con 27 voti favorevoli e due contrari la Mozione n. 51/2018 presentata firmata da 12 consiglieri del Movimento 5 Stelle che IMPEGNA LA SINDACA E LA GIUNTA:

– a riallineare e a promuovere il ‘Progetto casa internazionale della donna” alle moderne esigenze dell’Amministrazione capitolina e della cittadinanza , per dare seguito a quanto dispone la Del. C.C. 95/2001 (“rendere rispondente l’attività svolta alle finalità perseguite dall’Amministrazione con la realizzazione del Programma Casa internazionale della donna”);

– a valutare la creazione, all’interno del complesso del “Buon Pastore” di un centro di coordinamento gestito da Roma Capitale, dei servizi per il sociale e per le pari opportunità diffusi su tutto il territorio cittadino, dedicati alla prevenzione e al contrasto della discriminazione e della violenza di genere;

– a prevedere, a supporto di tali sopracitate iniziative, anche il coinvolgimento delle realtà associative operanti nei summenzionati settori mediante l’emanazione di appositi bandi.

Scarica la mozione: moz51-18

21 maggio 2018 Riunione delle rappresentanti del Consorzio Consorzio Casa Internazionale delle Donne con le Assessore del tavolo avviato in autunno e poi interrotto pe rmesi: Rosalba Castiglione (Patrimonio), Flavia Marzano (Roma Semplice con delega alle Pari opportunità e politiche di genere) e Laura Baldassarre (Persona, Scuola e Comunità Solidale). Fuori, nonostante la pioggia, centinaia di donne (ma anche uomini e ragazzi) si sono riversate in Piazza del Campidoglio, sotto un tetto di ombrelli colorati.

Campidoglio manifestazione casa donne 21 maggio 2018 IMG_4759

Manifestazione in Campidoglio 21 maggio 2018 (foto ambm)

26 luglio 2018 sul sito del Comune un comunicato informa che nel corso di un incontro svoltosi tra le assessore Castiglione (Patrimonio e Politiche Abitative) Baldassarre (Persona, Scuola e Comunità Solidale) e Marzano (Roma Semplice) e le rappresentanti del Consorzio Casa Internaz. delle Donne sarebbe emerso che “le fatture per i lavori di manutenzione dell’immobile del complesso del Buon Pastore di proprietà di Roma Capitale si riferiscono ad una serie di spese, complessivamente pari a circa 300 mila euro, che gli uffici del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale hanno valutato come non pertinenti ai fini di scomputo del debito” e che le proposte delle associazioni “della rimodulazione del canone al ribasso” non è stata accolta dal Comune, che ha invece proposto come soluzione “una garanzia bancaria per il rientro del debito e lo spostamento di alcuni servizi erogati nelle periferie“, proposte non accolte dalle associazioni. Il Comune annuncia quindi che”in mancanza di soluzioni alternative e a causa dell’impossibilità del Consorzio di far fronte alle spese e al saldo delle precedenti rateizzazioni del debito, la concessione sarà revocata d’ufficio“. Il Comune chiede alle Associazioni di avanzare una ulteriore propsta di transazione(vai al sito di Roma Capitale: Casa della Donna: Campidoglio, al lavoro per rafforzare e valorizzare progetto).

2 agosto 2018 La Giunta della Regione Lazio con la Deliberazione n.441 dichiara il “rilevante interesse pubblico della Casa Internazionale delle Donne di Roma, quale luogo di incontro e di confronto del femminismo, nazionale e internazionale, per l’elaborazione politica e culturale, l’accoglienza e il sostegno alle donne in difficoltà e/o vittime di violenza” deliberando di “demandare agli uffrci regionali competenti, anche in collaborazione con centri accademici e di ricerca, la definizione di una metodologia per la misurazione dell’impatto delle prestazioni rese gratuitamente dalla Casa intemazionale delle Donne, anche in connessione con gli indicatori statistici elaborai dall’Istat , nell’ambito del rapporto sul Benessere equo e sostenibile (BES) ed anche al fine di svilupparne una valorizzazione economica” (scarica la DeliberazioneDGR n. 441 del 02.08.2018(reg lazio casa delle donne)

3 agosto 2018 Viene notificata la revoca della concessione con determina dirigenziale del 12 7 2018

dal sito della Casa Internazionale delle donne

dal sito della Casa Internazionale delle donne

22 settembre 2018 Le Associazioni lanciano un campagna per raccogliere finanziamenti per chiudere il contenzioso con il Comune (> vai al sito della Casa con le info per le donazioni) ,

Contemporaneamente  passano alle vie legali con il deposito di un ricorso al TAR, in cui si ribadisce che “non è vero che la Casa non paga l’affitto, anche se lo paga solo in parte. Ma è vero anche che a fronte di questo debito che offre servizi che hanno valore economico, consulenze legali, corsi pre parto, corsi anti violenza, assistenza migranti, e la manutenzione ordinaria e straordinaria del bellissimo complesso, tutto senza spese per il Comune [manutenzione ordinaria e straordinaria cper trent’anni che le associazioni quantificano in circa 500mila euro cifra che cheidono di scorporare dal debito.] Inoltre il Buon Pastore, immobile storico protetto, non può essere messo a reddito perché destinato per legge a servizi di pubblica utilità: “Il patrimonio indisponibile non può essere locato né venduto, può essere affidato solamente ad associazioni senza fini di lucro che fanno attività sociali“.

Intervistata da Sky, la Sindaca Virginia Raggi afferma che “L’associazione Casa Internazionale delle Donne continua a non voler pagare neanche una piccola quota peraltro ulteriormente scontata: al posto del 20 per cento devono pagare il 10 per cento del canone di mercato. Parliamo di un prezzo irrisorio”aggiungendo che il debito “Oggi ammonta a 900mila euro e dovrebbero pagare molto di più. Loro hanno sottoscritto tanti contratti, l’ultimo nel 2010, e si sono impegnate a pagare quell’importo. Vogliamo trovare una transazione? Un accordo? Facciamolo. Non c’è stato nulla. Pretendono di continuare a non pagare nulla. Perché?” (> vai al servizio di Sky del 22 novembre 2018) Immediata la risposta di Francesca Koch, Presidente del associazioni della Casa, la Presidente del Consorzio: “non corrisponde a verità il rifiuto di pagare il canone, che stiamo invece pagando secondo le nostre possibilità”, “siamo pronte a pagare un importo ragionevole, anche per il passato. Abbiamo scritto a lei e alle assessore chiedendo un incontro, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta…Non siamo delle privilegiate nè delle parassite, chiediamo uan transazione, che presuppone che si metta sul tavolo una certa cifra e pensiamo che, a fronte di non poter riscuotere l’intera cifra, per l’ente locale sia conveniente accettare queste possibilità…“Ci auguriamo che il dialogo riprenda al più presto e che la Sindaca decida finalmente di andare a vedere al situazione della Casa di persona, cosa che, non ha ancora fatto, nonostante gli inviti ripetuti… ( 3 dicembre 2018)

27 luglio 2020 Si tiene un incontro in Campidoglio con  le rappresentanti della Casa delle Donne alla presenza  dell’Assessora Vivarelli; la  proposta di transazione economica avanzata da due anni dalle attiviste dello spazio  di via della Lungara  per risolvere il contenzioso con l’amministrazione di   300mila euro (a fronte dei circa 800 mila euro di debito accumulati per il mancato versamento dei canoni)  più la stipula di una nuova convenzione di comodato d’uso gratuito si trova davanti a un muro: infatti   il Comune ribadisce ancora una volta la soluzione della rateizzazione dell’importo, addirittura aumentato dei canoni successivi, arrivando alla cifra di 1 milione di euro.  La proposta delle associazioni della Casa si basava sul veder riconosciuto il valore sociale ed economico dei servizi svolti da anni nell’immobile,  calcolato in via sperimentale grazie a un metodo elaborato dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) finalizzato a definire il valore delle attività svolte da associazioni ed enti no profit il valore che per la Casa delle donne sarebbe pari a 700mila euro all’anno. In una nota stampa diramata dalla Casa internazionale delle donne dopo l’incontro si legge“Mentre abbiamo ribadito tutti gli argomenti a sostegno della nostra proposta, che non è solo economica ma politica,  l’assessora ha proceduto come se nulla fosse successo. Non ha neppure accettato la nostra proposta di aprire un Tavolo congiunto con la Regione per utilizzare gli indicatori regionali per la rivalutazione economica dei servizi. Abbiamo ricordato che il Consiglio comunale ha votato all’unanimità la mozione contro il patto di stabilità, promuovendo il valore dei beni comuni, mentre l’assessora ha proposto di rateizzare il nostro debito,  in tre anni, in coerenza con quanto previsto dalla “norma transitoria” della bozza di regolamento sui beni immobili non disponibili, fortemente contestata dalla Casa insieme a tutto l’associazionismo (…)” (vedi Roma Today 27 luglio 2020  Casa delle donne, il Campidoglio propone la rateizzazione dell’intero debito. Le attiviste: “Irricevibile” 

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vedi anche Beni comuni cronologia e materiali delle normative e delle vicende del patrimonio comune di Roma Capitale

Per approfondire:

Vai a Casa Internazionale delle donne chi siamo

Vai al link del Consorzio “Casa Internazionale delle donne”: http://www.casainternazionaledelledonne.org/index.php/it/home

Il Buon Pastore: una storia al femminile: http://www.specchioromano.it/fondamentali/Lespigolature/2016/02%20FEBBRAIO/IL%20BUON%20PASTORE.htm

Il Buon Pastore occupato dalle femministe: http://www.herstory.it/centro-femminista-internazionale-alma-sabatini

Segnaliamo alcuni articoli sull’argomento:

8 novembre 2017: http://www.dire.it/08-11-2017/153169-comune-roma-sfratta-casa-internazionale-delle-donne/

17 novembre 2017: https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_novembre_08/roma-sfratto-casa-donne-fallita-trattativa-il-comune-d9bc85a4-c491-11e7-92a1-d24c712a4dfa.shtml

18 maggio 2018: https://www.huffingtonpost.it/2018/05/19/quanto-vale-la-casa-delle-donne-la-resistenza-a-oltranza-con-documento-alla-mano_a_23438631/

21 maggio 2018: http://www.dire.it/21-05-2018/203424-roma-approvata-mozione-m5s-per-chiudere-la-casa-internazionale-delle-donne-bagarre-in-aula/

 

NOTA SULLA CORNICE GIURIDICA (in approfondimento)

(dalla cit. sentenzaa Terza Sezione giurisdizionale centrale di Appello – Corte dei Conti, scarica la sentenza www.corteconti.it/export/sites/…/sentenze/…/sentenza_456_2017_terza_appello.pdf

(…)La cornice normativa, ancora oggi applicabile, è posta dalla deliberazione di C.C. n. 5625, del 27 luglio 1983, il cui art. 7 ha stabilito che le concessioni d’uso possono essere di quattro tipi: a) concessioni a canone di mercato, in favore di attività a carattere imprenditoriale; b) concessioni a canone ridotto, di importo pari al 20 per cento del canone di mercato a favore dello Stato, degli Enti pubblici, delle Organizzazioni internazionali, nonché di enti o associazioni che svolgono attività di carattere sociale, assistenziale, culturale sportiva (in breve, come quella di causa); c) concessioni a canone ricognitivo, nei casi di immobili in stato di degrado; d) concessioni a canone convenzionato, a favore di enti o di associazioni che realizzino progetti finalizzati per conto dell’Amministrazione o forniscano servizi utili alla stessa (…)

(…) l’Amministrazione poteva comunque procedere a riassegnare il bene a canone ridotto, rilevando solo che l’attività dell’Associazione assegnataria/occupante non fosse in contrasto con la natura della destinazione che l’Amministrazione aveva impresso o intendeva imprimere al bene (…)

Beni demaniali e beni patrimoniali

DA http://www.dirittoeconomia.net/diritto/beni/beni_demaniali_patrimoniali.htm

BENI PUBBLICI Si chiamano beni pubblici i beni che appartengono agli enti pubblici.Tali beni possono essere distinti in:

  • beni demaniali;
  • beni patrimoniali.

 

BENI DEMANIALII beni demaniali, detti anche beni del demanio pubblico, sono beni destinati:

  • all’uso diretto da parte dei cittadini;

oppure

  • alla difesa della nazione.

 

Per questo, tali beni sono:

  • inalienabili, cioè non possono essere venduti dall’ente pubblico;
  • non usucapibili, cioè non possono essere acquisiti per usucapione. L’usucapione è un modo di acquisto della proprietà in caso di possesso continuato e protratto per un certo lasso di tempo stabilito dalla legge.

 

L’art.822 del Codice civile elenca i beni demaniali. Essi sono:

  • il lido del mare;
  • la spiaggia;
  • le rade;
  • i porti;
  • i fiumi;
  • i torrenti;
  • i laghi;
  • le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia;
  • le opere destinate alla difesa nazionale.

 

Vi sono poi una serie di beni che fanno parte del demanio pubblico, se appartengono allo Stato. Essi sono:

  • strade;
  • autostrade;
  • strade ferrate;
  • aerodromi;
  • acquedotti;
  • immobili riconosciuti di interesse storico, archeologico e artistico a norma delle leggi in materia;
  • raccolte dei musei, delle pinacoteche, degli archivi, delle biblioteche;
  • altri beni che sono dalla legge assoggettati al regime proprio del demanio pubblico

Sono considerati facenti parte del demanio pubblico anche i beni sopra visti se appartengono alle Province o ai Comuni, oltre ai cimiteri e ai mercati comunali (art.824 Codice civile).

Su questi beni, anche se inalienabili e non usucapibili, i privati possono acquistare dei diritti.

Esempio: chi ha in concessione una spiaggia può sfruttarla economicamente gestendo uno stabilimento balneare.

 

BENI PATRIMONIALIRientrano tra i beni patrimoniali tutti i beni appartenenti ad un ente pubblico (Stato, Regioni, Province, Comuni, enti pubblici non territoriali) che non sono beni demaniali (art.826 Codice civile). Quindi questi beni sono definiti per esclusione.I beni patrimoniali si dividono in beni del:

  • patrimonio indisponibile;
  • patrimonio disponibile.

 

Il patrimonio indisponibile è dato da beni che mirano a raggiungere dei fini pubblici o sono destinati a pubblici servizi.

Il patrimonio disponibile è costituito dai beni che permettono all’ente a cui appartengono di conseguire un reddito.

 

PATRIMONIO INDISPONIBILEIl patrimonio indisponibile (art.826 Codice civile) dello Stato è formato da:

  • foreste che costituiscono il demanio forestale;
  • miniere, cave e torbiere;
  • cose di interesse storico, archeologico, paletnologico, paleontologico e artistico da chiunque e in qualunque modo ritrovati nel sottosuolo;
  • beni costituenti la dotazione della presidenza della Repubblica;
  • caserme, armamenti, aeromobili militari e navi da guerra.

 

Fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato o, rispettivamente, delle Province e dei Comuni, secondo la loro appartenenza:

  • gli edifici destinati a sede di uffici pubblici, con i loro arredi;
  • gli altri beni destinati a un pubblico servizio.

 

I beni del patrimonio indisponibile non possono essere sottratti alla loro destinazione finché questa dura. Sono alienabili solamente nei modi stabiliti dalla legge: per questa ragione si dice che essi sono colpiti da inalienabilità relativa.

 

PATRIMONIO DISPONIBILEI beni del patrimonio disponibile servono a dare agli enti pubblici territoriali (Stato, Regioni, Province, Comuni) un redditoTale patrimonio comprende:

  • case date in locazione;
  • boschi e terreni dati in affitto;
  • capitali fruttiferi;
  • valori, titoli e denaro.

 

Fanno parte del patrimonio disponibile anche i beni immobili vacanti.

Per i beni del patrimonio disponibile valgono le stesse regole previste per i beni privati: essi possono essere alienati e sono usucapibili.