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Il Colosseo, il patrimonio archeologico di Roma e il turismo “mordi e fuggi”

Incontro presso la sede dell'asociaizone PerRoma Foto P. Gelsomini

Incontro presso la sede dell’associazione PerRoma Foto P. Gelsomini

Il 12 febbraio si è tenuto un incontro sul Parco archeologico del Colosseo organizzato dall’associazione PerRoma con l’archeologa dott.ssa Alfonsina Russo direttrice del Parco Archeologico del Colosseo e l’arch. Gabriella Strano, paesaggista. Un report di Paolo Gelsomini.
Il Parco archeologico del Colosseo è stato creato come Istituto autonomo MiBACT nel 2017 e comprende l’Anfiteatro Flavio, l’area del Foro Romano e del Palatino, la Domus Aurea sul colle Oppio, l’arco di Costantino e la Meta Sudans nella valle del Colosseo. Con circa 7 milioni di ingressi annui, il sito è tra i più visitati nel mondo e il primo in Italia.
La direttrice Alfonsina Russo, prima di esporre progetti e programmi sospesi tra recente passato, presente e futuro della gestione dell’area archeologica, ha voluto sottolineare che il turismo che si sta sviluppando intorno all’area archeologica più grande e importante del mondo, non è un turismo di grande qualità e che i segnali sono sotto gli occhi di tutti.

E’ vero, il turismo mordi e fuggi sta diventando un problema per Roma e non solo. Ma allora, che senso ha continuare a dare i numeri sempre crescenti dei visitatori convogliati e incanalati al Colosseo, come in altri importanti siti artistici del Bel Paese, più dai pacchetti delle offerte turistiche delle agenzie che da interessi culturali?
Ed allora, se si vuole elevare il livello di un “turismo non di grande qualità”, occorre indirizzare l’offerta culturale e regolare i flussi. Ma questo cozzerebbe contro la logica imprenditoriale della gestione ai privati di tutti gli spazi e di tutti gli eventi che gravitano all’interno della vasta area dal Colosseo al Palatino ai Fori.
Solo in questa maniera si potranno controllare fenomeni disdicevoli che si stanno sviluppando da anni all’ombra del Colosseo, dai bagarini, ai camion bar, ai finti gladiatori, alle guide abusive.
E va ricordato che valorizzazione del Parco Archeologico del Colosseo, così come di qualsiasi altro bene culturale, è garantita a tutti secondo i principi enunciati nell’articolo 6 del nostro Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio: “La valorizzazione consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso.

Paolo Gelsomini

18 febbraio 2020

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

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