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Sintesi dibattito PD 1 dicembre 2015

locandina PD tagliataSintesi del dibattito nel confronto tra Laboratorio per una Politica Trasparente e Democratica  e PD del 1  dicembre 2015 (video integrale in caricamento)

a cura di Giuliana Roncolini (prima parte) e Riccardo Varanini (seconda parte)

barca orfini foto LF

Anna Maria Bianchi Premessa: molti si aspettano che oggi anche qui si facciano i soliti discorsi sui programmi dei partiti per le prossime elezioni. Noi abbiamo deciso di non fare più questo tipo di incontri basati sulla lista della spesa delle cose che i cittadini desidererebbero vedere realizzate. Noi stiamo assistendo ad un progressivo decadimento della classe politica da anni. Quindi abbiamo deciso di andare a vedere come funzionano i partiti e quali sono le ricadute sull’amministrazione pubblica delle loro disfunzioni, per porre domande che riguardano le modalità di selezione dei candidati e del finanziamento della campagna elettorale,  perchè il nostro obiettivo è il rinnovamento della classe politica di questa città (> Vai al Manifesto per Una Politica Trasparente e Democratica e alla presentazione degli incontri)

Guido Marinelli Breve illustrazione  su come funzionano i partiti in Italia e su come funziona il PD romano, rispetto ai problemi organizzativi ed alla trasparenza degli atti politici e contabili.

Cosa dice la legge italiana. Alcuni punti sulla normativa vigente, che, tra l’altro, è in continuo movimento. Si parte con l’art.49 della Costituzione, molto generico, che prevede per i partiti la forma di associazione non riconosciuta. Quindi i partiti non sono sottoposti ad una serie di regole ed obblighi come, invece, lo sono le associazioni riconosciute. Il PD ha presentato un progetto di legge che prevede che i partiti siano associazioni riconosciute. Già adesso, comunque, dopo la nuova legge 13 del 2014 finalizzata all’abolizione del finanziamento pubblico, sono stati introdotti degli obblighi. Ad esempio lo Statuto può prevedere la nomina di Probiviri, in caso di contenzioso. La legge ha definito anche la certificazione dei bilanci, altro aspetto importante, perché è un primo passo verso una logica di trasparenza. Oggi, comunque, paradossalmente, molte associazioni riconosciute hanno più obblighi dei partiti, come nel caso in cui vogliano accedere al 5 per mille, cosa che richiede loro una serie di adempimenti giuridici, mentre ai partiti no.     Riguardo al finanziamento, la legge italiana prevede che possa riguardare sia il partito che il candidato. In ogni caso c’è l’obbligo della pubblicazione del nome del soggetto finanziatore se questo eroga più di 5.000 euro e se il soggetto da il suo consenso, in virtù della legge per la privacy. Inoltre, per incentivare tali finanziamenti, fino ai 30.000 euro il donante ha diritto alla detrazione fiscale. Il massimo del contributo è 100.000 euro. Le società possono finanziare ma non è regolamentato il caso relativo ai gruppi di società che potrebbero finanziare massicciamente suddividendo la cifra tra le diverse società.   Dubbi su possibili condizionamenti. Il finanziamento pubblico legato al numero dei voti è stato abolito, ma con decorrenza dal 2018.

Rispetto agli obblighi di trasparenza , la legge prevede che lo Statuto indichi la cadenza semestrale delle assemblee congressuali, nazionali o generali, ma nulla è previsto per quelle locali o regionali .

I bilanci devono essere pubblici ed è prevista una società di revisione ed anche di una commissione di controllo presso il Parlamento.   Ultimo punto da evidenziare è quello relativo alla possibilità, prevista dalla legge, di un finanziamento diretto al candidato. Questo potrebbe indurre, in qualche modo, tale candidato ad essere riconoscente al suo finanziatore.   Si auspica che nei prossimi disegni di legge, tale punto venga affrontato.(Vai alle SLIDES)

Piero Filotico

L’organizzazione  del PD romano e la democrazia.Scheda sull’organizzazione territoriale, come funzionava fino al dicembre 2014, come funziona ora con il commissariamento (suddivisione territoriale, organi, forme di consultazione interna, tesseramento  etc.) La struttura commissariale odierna. La Federazione romana del PD si basa su un Regolamento e non su uno Statuto. I punti principali del Regolamento sono gli organi, l’organizzazione, il tesseramento ed il finanziamento.(> vai al testo con slides Come funziona il Partito Democratico  – l’organizzazione di Piero Filotico)

Riguardo al meccanismo di elezione, Il segretario viene eletto dalla platea degli iscritti, inclusi quelli che si iscrivono lo stesso giorno dell’elezione. Questa possibilità viene considerata da molti un’anomalia che può dar luogo ad inquinamenti di vario genere. L’Assemblea del partito si riunisce ogni 6 mesi ed è di 400 membri. Elegge la Direzione (100 membri) e sovraintende all’attività dei circoli. Elegge anche l’Assemblea dei Probiviri. L’organizzazione del PD, ai tempi del rapporto Barca, si basava su 108 circoli territoriali più alcuni circoli tematici. Riguardo al tesseramento, il contributo minimo si aggira sui 20 euro. Ci fu un balzo in avanti delle tessere nel 2013, dovuto alle tornate elettorali interne che ci furono quell’anno (da 12.000 a 17.000 circa di tesserati). Finanziamento: la Federazione si basava sui contributi del tesseramento e degli eletti a livello regionale e locale. Gli eletti dei municipi finanziavano l’esistenza dei circoli.

Slide sulla cronistoria dell’ultimo anno. Indagine rapporto Barca. Commissariamento delle strutture.Tutti i dirigenti della Federazione sono stati azzerati. Estensione deliberata ad ottobre del commissariamento. Sono rimasti 15 circoli a cui corrispondono le sezioni.

Anna Maria Bianchi

Inizio della discussione sul primo punto relativo all’organizzazione interna. Quali sono le caratteristiche di questo commissariamento? E’ una  riorganizzazione transitoria, solo per fronteggiare questa fase e poi si ritornerà alla normalità e alla struttura precedente,  oppure la riorganizzazione è definitiva e  andrà a mutare  stabilmente l’attività del partito? Ma soprattutto quale dibattito è stato avviato  per uscire da questo commissariamento, dato che era stato promesso un congresso per il  maggio scorso,  che non c’è stato?  E a fronte  del prolungamento di un anno del commissariamento, non è stato portato avanti un dibattito nei circoli, ad esempio su Mafia capitale. In sintesi, in base a che cosa si può pensare che il partito abbia iniziato questo processo di riforma?

MATTEO ORFINI

Confermo che il sito della Federazione romana del partito è carente di molti dati perché facciamo fatica a ricostruirli. Riguardo alle ragioni del commissariamento, questo è abbastanza chiaro, sono nate da Mafia capitale. In effetti, a parte le responsabilità individuali, il partito, a livello politico più generale, non si è accorto che nella città aveva attecchito Mafia capitale. Mi riferisco sia ai due anni di opposizione alla giunta Alemanno che al primo anno della giunta Marino. Questa è una responsabilità politica collettiva.

Il partito romano era stato gestito ed amministrato in modo “curioso”. Io ho messo online una parte di bilanci delle annate precedenti che non erano mai stati diffusi e non so nemmeno se fossero stati approvati in Direzione. Quindi, oltre a fare oggi un bilancio attuale chiaro e trasparente, stiamo cercando di ricostruire quelli degli anni passati.

Anna Maria Bianchi

Ai fini di una corretta attribuzione delle responsabilità, è possibile ora sapere a quanto esattamente ammonta il “buco”, dato che i cittadini e i militanti hanno contribuito finanziariamente e vorrebbero sapere a chi è dovuto?

MATTEO ORFINI

Certo. Ma ora è ancora troppo presto. Il Presidente della Federazione romana a suo tempo mi disse che il debito, così enorme, era dovuto anche e soprattutto alle amministrazioni dei partiti precedenti al 2008. Invece non è possibile dato che non è stata riconosciuta alcuna continuità giuridica e amministrativa tra questi e l’attuale Partito Democratico [il Partito Democratico è nato nel 2008 dalla fusione della Margherita e dei Democratici di Sinistra, e a quanto pare i debiti dei due partiti non sono confluiti nei bilanci della nuova formazione politica NDR]. Quindi il debito riconosciuto riguarda solo il PD. Quel milione e mezzo di euro che caratterizzano il debito (ma che temo siano di più) riguardano il periodo dal 2008 ad oggi e si sono accumulati durante le diverse gestioni.

Ora è difficile censirlo esattamente perché ogni giorno arrivano nuovi creditori e stiamo  cercando di verificare tutte le richieste. Ogni giorno, quindi, il debito si accresce. In larga parte, sono fornitori dei Festival dell’Unità, Festival che si diceva producessero degli utili, ma ora sembra non sia vero. Altra parte consistente riguarda i dipendenti. Il PD romano ha nel suo organico moltissimi dipendenti. Molti di questi sono in aspettativa. Molti dei parlamentari sono anche dipendenti del PD di Roma, perché hanno mantenuto lo status di funzionario, precedente alla nomina. Ritengo che forse dovrebbero riflettere che, dopo qualche anno in Parlamento, sarebbe il caso di alleggerire le casse romane. A quel debito, poi, va aggiunto il debito dei Circoli. Quelli che avevano locali in affitto dalla Regione o dal Comune, erano abituati a non prestare molta attenzione a questi pagamenti. Qualche Circolo è arrivato fino a circa 100 mila euro di debiti, che prima o poi qualcuno dovrà pagare. Alcuni circoli sono stati chiusi anche per queste ragioni.   Oggi, uno dei lavori più faticosi che stiamo facendo è quello di ripristinare modalità amministrative normali. (Gli affitti si pagano, ecc,ecc.) A fianco di questo c’è il lavoro di riorganizzazione del partito e il tentativo di ricostruire un modello di organizzazione su basi differenti.

Anna Maria Bianchi

Ma quale percorso volete avviare o continuare e per arrivare dove?

MATTEO ORFINI

Ci sono state due delibere sull’organizzazione, in seguito ad un dibattito serrato e a varie sollecitazioni, e spero che queste modifiche organizzative non siano transitorie ma possano sopravvivere al commissariamento perché penso che oggi, grazie a quelle modifiche, sia più difficile arrivare alle degenerazioni che ci sono state. Quello che voglio smentire è che in questi mesi non ci sia stato dibattito. Sia io che Barca abbiamo partecipato a centinaia di incontri nei circoli. Come già ricordato, abbiamo sciolto gli organismi del PD. E’ una richiesta che ho fatto io perché ritengo che, se il tesseramento è stato viziato in seguito a migliaia di tessere false o a iscritti dell’ultima ora che poi non si sono fatti più vedere, il Congresso che si è basato su tali procedure, ha eletto organismi dirigenti che non sono validi. Si deve ricordare che i dirigenti dannosi del partito romano (che hanno reso necessario il commissariamento) sono stati eletti, in ultima analisi, dai circoli con queste procedure viziate.

Anna Maria Bianchi

Chi deciderà alla fine quando è tempo di uscire dal regime commissariale? Sulla base di quali indicatori si riconoscerà di aver superato il momento critico? E l’esigenza di modificare il PD romano passa attraverso l’esigenza di modificare anche l’attività di quei circoli

MATTEO ORFINI

Beh, ci sono delle regole. Dal momento dello scioglimento dell’Assemblea e della Direzione, è previsto un anno di commissariamento e quindi, dopo un anno, un Congresso. Quindi, dato che nell’ottobre scorso [2015, NDR] abbiamo sciolto gli Organismi direttivi, nell’ottobre prossimo [2016,NDR]sicuramente ci sarà il Congresso. Detto ciò, il Congresso si potrebbe svolgere anche prima. Ma questo non lo decide il Commissario, bensì la Direzione Nazionale. Ma al di là delle regole, la domanda politica a cui ha senso dover rispondere è: ha senso ritornare all’ordinarietà della vita amministrativa prima di essere sicuri che non si ricominci tutto come era prima?

Anna Maria Bianchi

Passiamo ora, ad un nuovo punto, relativo al “partito cattivo”. Lettura di un brano della relazione di Barca. Premetto che Carteinregola, nata tre anni fa, ha iniziato la sua attività proprio con quattro mesi di presidio in Campidoglio contro le delibere urbanistiche cosiddette “di Alemanno”. In realtà si è subito scoperto che alcune erano precedenti e comunque bipartisan. Il partito del “potere per il potere”, per usare un’espressione dell’indagine di Fabrizio Barca, viene dal passato, anche dalla giunta Veltroni e forse anche dalle precedenti amministrazioni. E Carteinregola avrebbe molto da ridire anche sugli eletti del PD al Campidoglio, sia quelli dell’era Alemanno, sia quelli attuali. Non si riscontrano quei livelli di competenza che sarebbe giusto aspettarsi. Anche i curricula – pubblicati sul sito del Comune – sono inadeguati. E c’è un lungo elenco di nomi di eletti del PD tra gli arrestati, gli indagati, e gli intercettati di Mafia Capitale…(> Vai al testo dell’intervento il “Partito cattivo”: Come funziona  il Partito Democratico prima e dopo  Mafia Capitale.  L’indagine sulle tessere,  #mappailPD: luci e ombre di Anna Maria Bianchi

MATTEO ORFINI

Non ho mai detto che non ci siano stati dirigenti, consiglieri e assessori corrotti. Anzi, ho detto di più. Ho ammesso che il PD, a livello politico, in questi anni non si è accorto di nulla e questa è una responsabilità ancora maggiore.

Anna Maria Bianchi

Questo cosa insegna? Che è necessario avviare un dibattito aperto a tutti i cittadini. Riguardo anche alle indagini sulle tessere, è importante che i risultati siano comunicati ai cittadini, mentre finora non è stato così. La relazione non è mai stata pubblicata. Non si sa ancora quali siano le tessere false e chi le ha pagate. Invece bisogna dimostrare ai cittadini che si ha il coraggio delle proprie azioni. Anche la relazione di Barca può essere sottoscritta in pieno, ma il problema non è questo. Noi cittadini da anni ci sentiamo dire come si dovrebbero fare le cose. Il difetto di partenza, che rende un po’ inquietanti questa indagine, è che parte (e si ferma) alla base del partito. Ma perché partire dai circoli? Si vuole mettere in discussione un partito e si inizia con i militanti?

MATTEO ORFINI

Questo è sbagliato, perché noi abbiamo abbiamo commissariato la Federazione di Roma, i dirigenti della Federazione. Ma si deve ricordare che tutti i nomi citati prima sono stati eletti da quei circoli e da quei militanti. Il Coratti in questione [Mirko Coratti, ex Presidente dell’Assemblea Capitolina arrestato il 4 giugno NDR], aveva dei circoli personali che servivano solo quando si faceva il Congresso e per fare il Congresso. Quelle liste sono state votate dai circoli . E’ falso pensare che c’è una base sana e dei dirigenti perversi. E’ molto auto-assolutorio. Se vogliamo ricostruire un partito, dobbiamo riconoscere che è tutto un sistema ad essere malato. Se i circoli hanno un nome e un cognome, tutte le correnti devono smettere di “infeudare” quei circoli, perché non ci sono correnti buone e correnti cattive. Chiudere i circoli è stato doloroso, ma lo abbiamo fatto con trasparenza.

Anna Maria Bianchi

Tuttavia, ci sono cose che non sono oggetto di trasparenza, vedi l’indagine sulle tessere che non avete pubblicato. Dovete farlo subito…

MATTEO ORFINI

Lo faremo. Non è un problema. Anche se non è così semplice (non essendo noi dei magistrati) sapere esattamente quante tessere, di chi o di quali correnti, ecc. ecc. Dopo tutte le telefonate di verifica che abbiamo fatto, se ci troviamo di fronte a una persona che dice di non essere del PD, come si fa a sapere chi lo ha iscritto per finta? Non è facile. Di fronte a 3000 persone di cui si sa solo il nome e cognome e nient’altro e il segretario di sezione (esempio di base sana!) si rifiuta di darti l’anagrafe degli iscritti e dice che anche se non ha il telefono, non importa, perché i tesserati ogni tanto passano..

In conclusione, noi abbiamo commissariato una federazione, sciolto i dirigenti perché abbiamo sciolto l’Assemblea e la Direzione. Abbiamo chiuso i gabinetti, i luoghi dove le correnti si incontravano. Ma abbiamo chiuso anche i circoli, perché il meccanismo va dai vertici verso la base e dalla base verso i vertici.

FABRIZIO BARCA

Gli amministratori sono pur stati scelti da iscritti ed eletti da cittadini. Grandi responsabilità di tutti. A Roma, poi, c’è una storica inclinazione alla produzione di posizioni di rendita in tutti i settori. In campo urbanistico, la creazione di consorzi e la deriva del non controllo, storica già nelle PPSS, hanno trasformato anche soggetti sociali in canali di corruzione. Questo, attraverso varie amministrazioni, dal secondo Rutelli a Veltroni fino all’esplosione con Alemanno, ha generato grandi e piccoli bacini di voti che hanno permesso la scelta e l’ascesa di figure collegate con il sistema attraverso i vari livelli delle istituzioni pubbliche, L’indagine sui circoli promossa e resa pubblica dal Pd romano cerca di far venire alla luce tutto ciò, e di indicare anche pesantemente le varie responsabilità. Siamo ora in grado di chiedere ai futuri potenziali candidati consiglieri cosa hanno fatto per Roma, come si sono collocati in questioni fondamentali per la città.

Anna Maria Bianchi

Questo metodo va esteso da subito a tutto il resto dell’apparato del partito, ai consiglieri municipali e comunali, ai dirigenti ed a chi occupa posti pubblici, in modo da poterci mettere in grado di scegliere a ragion veduta chi eleggere.

MATTEO ORFINI

E’ vero che ognuno deve essere valutato per quello che ha fatto, anch’io per le liste elettorali che proporrò. Comunque alla fine sono sempre i cittadini che votano ed eleggono, allora dobbiamo chiarire se vogliamo eliminare le preferenze, come credo, o no.

Paolo Gelsomini: criteri per la scelta dei candidati e finanziamento elettorale. Introduzione della carta di Avviso Pubblico per i singoli candidati anche nel PD? Impedire finanziamenti consociativi, occulti, collegati con realtà produttive etc. e pubblicare tutti i finanziamenti ricevuti e le spese effettuate. Chi farà le liste dei candidati? (> vedi intervento e slides Cambiare la classe politica: criteri per la scelta dei candidati, Cambiare il funzionamento dei finanziamenti elettorali  di Paolo Gelsomini)

MATTEO ORFINI

Le liste saranno proposte dai circoli e selezionate e decise da me, come commissario. Vanno fatte in modo nuovo, con veri criteri identificativi della persona, della competenza e della capacità di rappresentanza, devono essere aperte a ciò che c’è fuori del partito. Un codice etico stringente proprio nel quadro del rinnovamento del nostro statuto, serve, ma quello che conta è una vera prassi di controllo, come abbiamo fatto per il municipio di Ostia e nella denuncia del 95% di appalti senza gara fatti da Atac. Non conosco la carta di Avviso Pubblico, la leggerò ed immagino che certamente la potrò sottoscrivere come PD. I consiglieri comunali uscenti sono ricandidabili come gli altri, dopo una valutazione sulla loro azione passata. Sui finanziamenti devo dire che le regole ci sono e debbono essere sempre migliorate, ma accade spesso che un candidato affidi a delle associazioni amiche eventi ed altro che raccolgono fondi e pubblicizzano la persona in modo non controllabile, legale, ma difficilmente ricostruibile per un partito. Penso anche che la campagna elettorale vada regolamentata meglio, proibendo manifesti di singoli candidati e grandi cene offerte dal candidato ed intervenendo, se ciò accade, per invitare a non votare tale candidato.

Anna Maria Bianchi

vorrei aggiungere la richiesta che Barca si impegni per estendere il lavoro fatto sui circoli al resto della realtà del partito ed ai candidati da scegliere.

FABRIZIO BARCA

Una valutazione di questo tipo si può fare dopo due-tre anni di buon funzionamento di un partito, come stiamo testando in alcune città. Allora la nuova classe dirigente esce fuori da sola, proprio perché il partito è stato ben amministrato. Altrove bisogna trovare delle scorciatoie, come prendere le esperienze di quei circoli che hanno operato al meglio, circa 10 a Roma, quelle di circoli che hanno operato comunque bene, circa altri 17, e osservare con particolare attenzione la selezione elettorale di queste realtà. Il partito deve oggi essere in grado di chiedere anche ai futuri consiglieri cosa faranno domani. Bisogna anche tener presente che l’amministrazione è comunque un vincolo per la politica e che a Roma, ma anche nello Stato, la situazione è drammatica, da sconvolgere totalmente per migliorare anche la politica e consentire davvero percorsi partecipativi. Bisogna chiedere a chi vuol governare come pensa la città di fronte a grandi questioni come il cambiamento climatico, l’interazione rurale-urbano, la rottura del cerchio malefico tra consorzi-servizi- bisogni della gente e formazioni di rendite e bacini di voto e pessima classe politica. A chi saprà rispondere a questi ed altri temi affiderei volentieri il governo della città

Maurizio Geusa

Cambiare l’elaborazione dei programmi elettorali. Come si collegano le indicazioni degli statuti e regolamenti che attribuiscono la formazione del programma sia al partito che agli stessi candidati e come si collegano programmi ed azioni per realizzarli? Come possono partecipare gli elettori alla formazione del programma, in un nuovo quadro di democrazia partecipativa reale ed estesa in cui fatto il programma non ha più molta importanza chi lo andrà a realizzare? (vedi testo e slides Cambiare il modo di scrivere  i programmi elettorali di Maurizio Geusa)

Giorgio Bertini

Trasparenza. Manca spesso la documentazione di certificazione richiesta in materia di finanziamenti e di spese; manca la scelta di una serie di indicatori che monitorino la realizzazione di obbiettivi del programma. (vedi slides)

MATTEO ORFINI

Candidati e programma si tengono insieme, ed in una situazione come quella romana, straordinaria e critica,   a parte la decisione finale che sarà per forza la mia, credo nell’utilità delle primarie, specie di quelle di coalizione di centrosinistra che vorremmo ricostruire. Ma da qui a marzo, quando si terranno le primarie, chiediamo a tutti noi di arrivare alla costruzione del programma e dei candidati coinvolgendo tutta quella parte di cittadini, iscritti, realtà ed esperienze territoriali che non sono rappresentati dalla classe dirigente politica della città, né da una assemblea cittadina usuale. E particolarmente nelle periferie della grande città, dove l’emarginazione e l’ abbandono sono grandi e portano alla protesta ed al non voto. Proprio là il partito deve fare il programma, ascoltando e facendo partecipare direttamente quei soggetti, cedendo parte della sua sovranità per far entrare idee e persone diverse nel governo della città. Per le questioni della trasparenza citate sottolineo che vanno cercate nei siti comunali e municipali dove ci sono tutti gli adempimenti richiesti e che cercheremo di fare di più e meglio anche nei nostri siti.

Anna Maria Bianchi

Faremo un elenco di richieste ed impegni sviluppati oggi che manderemo ad Orfini perché li tenga presente nella preparazione delle elezioni e nel lavoro sul Pd romano e ce ne possa rendere conto.

(IL VIDEO E’ IN RICARICAMENTO)