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Sul Progetto Fori e sul tavolo che lo ha affossato

di Paolo Gelsomini

Dopo la forte campagna de “Il Messaggero” contro il progetto “Carme” (progetto per il Centro Archeologico Monumentale di Roma) di risistemazione generale dell’area dei Fori predisposta da Walter Tocci, a suo tempo incaricato a titolo gratuito dal sindaco Gualtieri, e dopo la notizia di un tavolo al quale hanno partecipato il Ministro alla Cultura Sangiuliano, il Sindaco Gualtieri e il Sovrintendente capitolino Presicce insieme ad altri alti funzionari, tavolo che ha di fatto decretato lo stravolgimento del Progetto Carme prima che questo venisse presentato ufficialmente dal Sindaco alla Città, occorre da parte nostra una riflessione profonda al riparo da ideologismi ma attenta ai contenuti culturali di segno diverso se non opposto presenti sia nel progetto Carme che nella risoluzione del citato tavolo.  

Noi possiamo entrare nel merito del progetto predisposto da Walter Tocci e dai suoi numerosi interlocutori e collaboratori solo seguendo le linee guida che ci sono state comunicate da Tocci nel corso di incontri pubblici e anticipate dallo stesso Sindaco Gualtieri quando nel suo programma elettorale prometteva: ”Ripresa e attuazione del piano del grande parco dei Fori Appia, pensato da Antonio Cederna, che dal Campidoglio colleghi il Parco dell’Appia antica, unendo un vasto triangolo paesaggistico-archeologico che dal centro storico, passando per l’Appia Antica, arrivi ai Castelli Romani. Un grande parco archeologico che comprende l’intera area dei Fori, tra il Campidoglio e il Colosseo e si protende verso la campagna romana, lungo il tracciato della via Appia“.

Quello che abbiamo capito è che il progetto CARME contiene una straordinaria visione urbanistica ed archeologica frutto di una riflessione culturale che ha le sue radici nel sogno di Antonio Cederna e che fu sostenuto fin dagli anni ’70 dall’allora Soprintendente Adriano La Regina e da altre grandi personalità del mondo della cultura. Un progetto che è stato cancellato in un giorno intorno ad un tavolo dove erano presenti tutti meno l’autore del progetto Walter Tocci.

Inoltre, nel 2014 la nuova Commissione paritetica Stato-Comune, presieduta da Giuliano Volpe, approvò un’ampia relazione programmatica indicando tutti gli interventi necessari chiedendo di proseguire il suo lavoro proprio per arrivare a elaborare un Piano Strategico, Piano che coincide con lo Schema di assetto Preliminare (SAP) che Tocci con la sua squadra hanno elaborato per essere discusso, implementato, arricchito con la collaborazione di istituzioni culturali, esperti, cittadini. Questo procedimento è inoltre conforme a quanto previsto dal PRG vigente che annovera  i Fori-Appia Antica tra gli Ambiti di Programmazione Strategica definiti da elementi naturali, direttrici e tracciati storici tra loro interrelati.

Ma questo procedimento non è mai partito ed il progetto-schema di assetto preliminare si è arrestato prima di essere reso pubblico.

In quel tavolo Ministro-Sindaco-Sovrintendente, da quanto ci è dato da sapere leggendo le cronache dei giornali, più che una mediazione come ha affermato Gualtieri, ci sembra si sia operato uno stravolgimento della filosofia e della visione del progetto di Tocci.

Infatti l’obiettivo del progetto Carme non era quello di demolire la via dei Fori lasciando una informe buca archeologica, ma di procedere per scavi archeologici successivi al fine di riunificare un discorso storico, a cominciare dal Foro di Cesare in rapporto alla rocca del Campidoglio e dal Tempio della Pace ancora per buona parte interrato. Altri scavi avrebbero permesso di leggere e capire un disegno che si è sviluppato nei secoli e di seguire una narrazione continua oggi ancora brutalmente interrotta da una autostrada a sei corsie. Basta leggere la piantina sotto allegata per capire questo concetto e per rendersi conto di quanto siano riduttivi e fuorvianti i titoloni dei giornali che riducono una visione culturale alta sui Fori ad una guerra ideologica contro “lo stradone fascista”.

Infatti il mantenimento di via dei Fori Imperiali, da una parte accentua una assialità fuori scala tra il Colosseo e Piazza Venezia e dall’altra impedisce una fruizione trasversale dell’area capace di ricostruire una narrazione continua spaziale e temporale della valle dei Fori, con la separazione artificiosa tra i Fori imperiali e quelli repubblicani, tra i Mercati traianei e il Foro Boario, tra la Suburra Monticiana e il Tevere. Poi c’è la distruzione della via Alessandrina che toglie altri collegamenti storici con i rioni limitrofi ed impedisce altre letture. Ecco perchè crediamo che quella uscita dal tavolo del Ministro Sangiuliano non sia una mediazione ma una sostituzione progettuale concettuale.

Paolo Gelsomini

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

vedi anche

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