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Unione Europea o stati (dis)uniti d’Italia? L’appello di Carteinregola

La lettera inviata da Carteinregola il 6 maggio a tutti i partiti, invitando i candidati alle elezioni europee a prendere posizione rispetto al Disegno di Legge Calderoli sull’autonomia regionale differenziata e a renderla un tema della propria campagna elettorale. Carteinregola pubblicherà sul proprio sito, dandone risalto, le risposte inviate dai candidati all’indirizzo: laboratoriocarteinregola@gmail.com

Vai alla pagina con le risposte

Secondo le stime di Eurostat, nei 27 paesi dell’Ue sono oltre 350 milioni gli aventi diritto al voto (circa 47 milioni in Italia) verranno eletti 720 eurodeputati, 15 in più rispetto allo scorso mandato. L’Italia ne designerà 76. L’Europarlamento conta sempre più nelle scelte che si riflettono sulla vita di ogni giorno dei cittadini dell’Unione.

Nella prossima legislatura saranno molteplici le sfide che dovrà affrontare, assieme al Consiglio Europeo, che resta ancora l’istituzione più efficiente, e la Commissione: riforma dei meccanismi di funzionamento degli organismi comunitari, provvedimenti per la gestione delle transizioni energetiche e climatiche, funzionamento del nuovo patto di stabilità.

Carteinregola intende sottolineare, agli elettori ed alle forze politiche, l’interazione crescente che esiste tra le scelte nazionali e gli orientamenti europei. Una divergenza con le scelte fondamentali della Unione è sempre meno ammessa. Basti pensare al voto recente del Parlamento Europeo che ha censurato la democrazia illiberale di Viktor Orban, mentre la Commissione ha congelato per le stesse ragioni l’assegnazione al governo ungherese dei fondi di coesione.

Le proposte di riforma del governo italiano, autonomia differenziata e premierato, si delineano come un percorso in rotta di collisione con gli orientamenti di fondo dei valori e delle traiettorie comunitarie. Mentre la riforma costituzionale del premierato muove i suoi primi passi, l’autonomia differenziata si avvicina invece alla sua definitiva approvazione.

Proprio per questo riteniamo che l’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno prossimo debba attentamente considerare le implicazioni derivanti dalla autonomia differenziata rispetto alle istituzioni comunitarie. Gli elettori italiani, e le forze politiche, debbono considerare  che un Paese fondatore dell’Unione, come l’Italia, porta responsabilità significative sul disegno dell’Europa futura, in cui è scritto il nostro destino.

Mentre ci avviciniamo all’appuntamento elettorale europeo, il Parlamento italiano sta discutendo la legge quadro presentata dal Ministro Calderoli sulla autonomia differenziata, che consentirà alle Regioni italiane a statuto ordinario di richiedere la competenza esclusiva in 23 materie, strategiche per il funzionamento delle istituzioni e per la erogazione dei servizi collettivi ai cittadini. Dopo l’approvazione del testo al Senato, siamo alla stretta finale alla Camera dei Deputati.

Una delle 23 materie che possono essere richieste in competenza esclusiva dalle Regioni riguarda proprio i rapporti con l’Europa. Come ha sottolineato il costituzionalista Alberto Lucarelli nella intervista effettuata da Carteinregola nel lungo percorso del nostro impegno contro l’autonomia differenziata: “Già con la Riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 e quindi con il nuovo riassetto e il regime delle competenze tra Stato e Regioni, le autonomie territoriali, ai sensi dell’articolo 117 comma 3, erano diventate titolari della potestà legislativa concorrente in materia di rapporti internazionali, rapporti con l’Unione Europea e commercio con l’estero”. Insomma, come è sempre bene ricordare, c’è una matrice originaria in questo scellerato disegno di riforma che viene da lontano, dalla riforma costituzionale del 2001.

Le principali materie erano però rimaste nella competenza concorrente tra Stato e Regioni, generando un intenso conflitto inter-istituzionale ma restando nell’alveo di un originario disegno di articolazione dei poteri di un organismo nazionale. Dice ancora Alberto Lucarelli: “Con l’attuazione del regionalismo differenziato, le suddette materie, ai sensi dell’art. 116, comma 3 della Costituzione, diventerebbero di competenza esclusiva delle Regioni. Verrebbe meno l’attività di cornice statuale, e le materie sfuggirebbero a qualsivoglia potestà uniformante. Questa autonomia esclusiva in materie molto delicate, soprattutto sul piano delle responsabilità dello Stato di natura internazionale e euro-unitaria, pone altresì problemi sul piano sociale ed economico”.

Oltretutto, si tratta di una delle nove materie che non sono soggette, ai sensi della riforma Calderoli,  al periodo di due anni per la definizione dei Livelli Essenziali di Prestazione, e quindi sarebbe immediatamente esecutiva, dopo l’entrata in vigore  della legge.

Mentre le decisioni essenziali di politica sociale transitano alla responsabilità esclusiva delle Regioni, le procedure di infrazione resteranno attribuite allo Stato italiano, generando una di quella asimmetrie tipiche che caratterizzano l’autonomia differenziata: decidono le Regioni, paga lo Stato.

Mentre il progetto per il futuro dovrebbe essere quello di una effettiva “Unione Europea” con l’autonomia differenziata si vanno a creare gli “Stati Uniti d’Italia”, tante  “piccole patrie” sostanzialmente identitarie ed egoistiche, non soltanto sul piano politico, ma soprattutto se quello economico – finanziario.

Non è solo l’assetto istituzionale interno dell’Italia, e la riallocazione dei poteri nei rapporti con la Unione Europea, ad essere messo in discussione dalla riforma della autonomia differenziata. Le stesse istituzioni comunitarie hanno già osservato i riflessi sul controllo della finanza pubblica e sui percorsi di convergenza tra i territori del Paese.

A valle della elezione del  nuovo Parlamento Europeo, e della formazione della nuova Commissione, questo punto sarà uno degli elementi centrali nella dialettica tra il nostro governo e le istituzioni comunitarie, in caso di approvazione della autonomia differenziata.

La Commissione Unione Europea, nel suo documento “2023 Country Report – Italy Accompanying the document Recommendation for a COUNCIL RECOMMENDATION on the 2023 National Reform Programme of Italy”** scrive che “le proposte per aumentare l’autonomia regionale rischiano di aumentare la complessità del quadro fiscaleLa legge richiede che questa riforma sia neutrale dal punto di vista del bilancio pubblico – ricorda l’esecutivo Ue – Tuttavia, senza risorse aggiuntive, potrebbe risultare difficile fornire gli stessi livelli essenziali di servizi in regioni storicamente a bassa spesa, anche per la mancanza di un meccanismo perequativo”.

Il documento comunitario conclude così: “Nel complesso, la riforma prevista dalla nuova legge quadro rischia di mettere a repentaglio la capacità del governo di indirizzare la spesa pubblica. Ciò potrebbe avere un negativo impatto sulla qualità delle finanze pubbliche italiane e sulle disparità regionali”.

Invitiamo i candidati e le forze politiche che si battono contro il DDL Calderoli a renderlo un tema fondamentale anche per la consultazione elettorale europea,  e invitiamo gli  elettori  italiani a dare il proprio voto a quei partiti e candidati che abbiano preso una posizione esplicitamente contraria all’autonomia differenziata, in nome dei principi costituzionali dell’unità della Repubblica e dell’uguaglianza dei diritti.

La lettera/appello è destinata ai candidati di tutti i partiti che si presentano alle elezioni europee ed è stata inviata il 6 maggio 2024. Carteinregola ospiterà in una sezione del proprio sito le risposte che le saranno inviate.

Associazione Carteinregola***

Vai alla pagina con le risposte di: Marco Tarquinio, candidato indipendente nel Partito Democratico, Natale Cuccurese, AVS (Alleanza Verdi Sinistra Italiana), Valeria Spinelli AVS , Ignazio Marino AVS, Roberto Mancini PTD (Pace Terra Dignità), Paolo Della Ventura PTD, Fabio Alberti PTD, Domenico Ciruzzi PTD, Pasquale Tridico, M5S (Movimento 5 STelle), Mario Furore M5S, Laura Marchetti PTD, Paolo Trande AVS, Federico Dolce PTD, Giulia Ciafrei PTD, Antonino Mantineo PTD, Francesco Forte PD, Annalisa Corrado, PD, Anna Bruna Camposampiero PTD, (continua)

vai alla pagina per scaricare il libro di Carteinregola Autonomia differenziata Perchè NO Le 23 materie che possono cambiare i connotati al nostro Paese e ai diritti dei cittadini

Vai a Appello di 70 intellettuali e associazioni per dire NO all’Autonomia differenziata che spezza l’Italia 26 aprile 2024

Vai a Autonomia Regionale Differenziata cronologia e materiali

Per eventuali osservazioni o precisazioni scrivere a laboratoriocarteinregola@gmail.com

6 maggio 2024 (ultimo aggiornamento 13 maggio 2024)

NOTE

(*) Vedi Autonomia differenziata Perchè NO Le 23 materie che possono cambiare i connotati al nostro Paese e ai diritti dei cittadiniRapporti internazionali e con l’Unione Europea delle RegioniAlberto Lucarelli, Professore ordinario di diritto costituzionaleFacoltà  Giurisprudenza Università Federico II di Napoli

(**) scarica il documento UE con le raccomandazioni (pag. 16)

(***) testo a cura di Pietro Spirito

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