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Elezioni nazionali 2018

sole24ore simulazione seggi 2018 -03-06 ore 13

sole24ore simulazione seggi 2018 -03-06 ore 13

(ultima modifica 3 marzo 2018) Proponiamo alcuni strumenti per orientarsi rispetto al voto del 4 marzo 2018: informazioni pratiche, ma soprattutto iniziative a favore della trasparenza dei candidati, per un voto più consapevole.

Invitando i cittadini ad andare a votare: per regalarci oggi la possibilità di esprimere democraticamente la nostra scelta, hanno dato la vita molte persone. Non sprechiamo questa preziosa opportunità.

E un’approfondita conoscenza dei programmi, ma ancora di più delle storie dei candidati, è l’unica bussola per fare la scelta più vicina alle nostre convinzioni.

> Vai a “Per chi votare – vademecum dell’elettore 2018″ (scarica il Pdf PER CHI VOTARE 2018

logo arco e matita light

> Vai a Elezioni 2018 Regione Lazio

Come funziona il sistema elettorale e come si vota (> vai alla pagina)

Vai a come sono divisi i collegi di Roma e ai nomi dei candidati (> vai alla pagina)

La sezione Elezioni trasparenti del Ministero dell’Interno con le Liste dei candidati, per ciascun partito, movimento o gruppo politico organizzato con l’indicazione dei collegi nei quali sono state presentate, lo statuto/dichiarazione di trasparenza e il programma (> vai alla pagina)

I programmi dei partiti:

Partito Democratico (vai alla pagina) scarica PD2018-programmaA4_5feb

M5s https://www.movimento5stelle.it/programma/index.html

La coalizione di centro-destra ha presentato un unico programma, condiviso tra le quattro forze politiche. scarica programma-centrodestra 2018 (Lega e Fratelli d’Italia hanno però elaborato anche testi programmatici autonomi) per Forza Italia indichiamo una )

Forza Italia (pagina sul sito del partito dove vengono sintetizzate le idee per il programma) http://www.forzaitalia.it/notizie/11764/-pronto-il-cantiere-delle-idee-e-del-programma

Lega Nord http://www.leganord.org/il-movimento/politiche-2018 scarica Programma_Lega-SalviniPremier_2018

Fratelli d’Italia http://www.fratelli-italia.it/wp- content/uploads/2018/01/PROGRAMMA_A4_REV2.pdfLiberi e Uguali http://liberieuguali.it/programma/

+Europa https://piueuropa.eu/programma/

Liberi e uguali https://liberieuguali.it/programma/

Potere al popolo https://poterealpopolo.org/potere-al-popolo/programma/

Civica Popolare http://www.civicapopolare.it/programma/

Insieme http://www.insieme2018.it/italia-europa-insieme-programma-elettorale-le-elezioni-politiche-del-2018/

Casa Pound http://www.casapounditalia.org/2018/02/programma-politico-completo-casapound.html

SUI PROGRAMMI

Istituto Carlo Cattaneo Che programmi avete per le elezioni? Analisi delle proposte politiche dei partiti

Libertà e giustizia: Verso il 4 marzo

Una guida al voto in senso tecnico: per capire come districarsi e fare le proprie scelte con al nuova legge elettorale che lascia ben poco spazio alle prefrenze dei cittadini, ma anche un metro per misurare programmi, proposte e biografie delle varie liste alla luce del Progetto che ci sta davvero a cuore: quello della Costituzione. Libertà e Giustizia: “abbiamo scelto alcuni – solo alcuni, seguendo in modo certo arbitrario le nostre urgenze – articoli della Costituzione, e abbiamo indicato come concretamente si possono e si devono attuare“. (Vai al sito di Libertà e Giustizia con la presentazione – scarica “LG_VERSO_IL_4_MARZO_GUIDA )

Avviso Pubblico: i partiti non parlano di mafie e corruzione (> vai all’appello)

7 punti sulle migrazioni che le associazioni cattoliche sottopongono alle forze politiche per la campagna elettorale (> Vai alla pagina)

Le iniziative a favore della trasparenza su liste e candidati:

copertina per chi votareLaboratorio per una Politica trasparente e democratica di Carteinregola: Per chi votare – vedemecum dell’elettore Per scegliere, al di là dell’orientamento politico, persone che meritino il nostro voto. Il voto è importante perchè è l’unico momento in cui il cittadino, per quanto con margini sempre più risicati, può decidere chi va in parlamento (e, in questo caso, al governo della Regione Lazio). Non sprechiamo questa opportunità andando a votare senza informarci su chi stiamo votando. (vai alla pagina scarica il Pdf PER CHI VOTARE 2018 )

 

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mosaico a schede scoperteOpenpolis: A Schede scoperte – chi sono i candidati che troveremo sulla nostra scheda

L’Associazione openpolis ha realizzato e messo on line “A schede scoperte”, una piattaforma che permette all’elettore, inserendo il proprio indirizzo, di visualizzare tutti i candidati divisi per lista – alla Camera e al Senato – che saranno presenti sulla sua scheda elettorale al momento del voto. E anche di consultare per ogni candidato una scheda con i dati anagrafici, gli eventuali “incarichi politici” ricoperti in precedenza, e gli eventuali interessi che riguardano “proprietà in aziende” e “incarichi aziendali”.(> VAI ALLA PAGINA)

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Riparte il futuro:Vogliamo Candidati Trasparentiriparteilfuturo candidati trasparenti piccolo“I cittadini hanno il diritto di conoscere davvero i politici che chiedono il loro voto. Per questo pretendiamo trasparenza immediata da tutti i candidati alle elezioni e un impegno a battersi per una legge sulle candidature trasparenti. Perché la trasparenza è il miglior antidoto alla corruzione in Parlamento”. Riparteil futuro chiede ai candidati trasparenza sul curriculum vitae, sullo status giudiziario, sui potenziali confilitti di interessi, sulla situazione patrimoniale, sui finanziamenti elettorali > vai a chi sono i canddati trasparenti

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openpolis: A dare le carte sono in pochi: Deputati e senatori raggruppati in base al loro punteggio nell’indice di produttività parlamentare Indice di produttività parlamentare 2017

L’analisi di openpolis da 7 anni introduce elementi qualitativi nella valutazione dell’attività dei rappresentanti dei cittadini italiani. Mentre generalizzare produce anti-politica, fare giuste distinzioni è una condizione indispensabile perché i cittadini possano scegliere i propri rappresentanti e valutarne l’operato. Ed è anche un’opportunità per i politici di relazionarsi con gli elettori, tessere collegamenti con il territorio e rendicontare la propria attività (> vai alla pgina di open polis con la presentazione e le classifiche di Camera e Senato)

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SULLA PROPAGANDA

openpolis Trasparenza dell’informazione della propaganda politica
Propublica PAC: openpolis monitora i messaggi elettorali che girano sui social network che, al contrario dei messaggi tv, radio e dei cartelloni pubblicitari visti da tutti, circolano in maniera incontrollata e sono noti solo ai destinatari e non sempre si possono conoscere i mittenti, ossia chi paga, facendo venire meno la necessaria trasparenza di messaggi che sono sottratti al pubblico dibattito ed eludono anche un minimo di scrutinio da parte dei media e delle altre forze politiche. Lo strumento utilizzato è il PAC, Political Ad Collector lanciato da Propublica, una testata giornalistica indipendente e non profit basata negli USA.Openpolis, che ha curato la versione italiana del progetto, chiede a tutti i cittadini di partecipare alla campagna per il monitoraggio cominciata il 6 febbraio(> vai alla pagina con la presentazione di openpolis)

> VAI ALLA PAGINA (26 FEBBRAIO 2018) con tutti gli annunci sponsorizzati dai partiti raccolti grazie al monitoraggio degli utenti “A caccia di voti con le sponsorizzazioni social”

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Alessandro Gilioli: 4 marzo, brevi pagelle mediatiche Pubblichiamo un’interessante analisi di Alessandro Gilioli sulla comunicazione dei principali leader dei partiti che si presentano alle elezioni (dal blog de L’Espresso Piovono rane di Alessandro Gilioli) (> vai alla pagina)

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Contributi per un voto consapevole

(work in progress – inseriremo man mano nuovi materiali da voci diverse)

RIPARTEILFUTURO: IMPRESENTABILI: DOPO 30 ANNI ANCORA IN POLITICA

  • Incredibile ma vero: il 42% dei politici coinvolti in casi di corruzione negli ultimi trent’anni ha continuato a fare politica, come se nulla fosse. Un dato preoccupante che emerge da un’indagine condotta dalla Fondazione Res sul dopo Tangentopoli. La selezione della classe politica è uno dei problemi più grossi d’Italia ed è proprio su questo che è necessario intervenire con urgenza. (VAI ALLA PAGINA)

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L’ESPRESSO 23 FEBBRAIO 2018 Elezioni, abbiamo passato i candidati ai raggi X. Il titolo di studio più alto? Lo hanno i 5Stelle Esperienza, fedina penale, età, cultura: il nostro monitoraggio sui “wannabe onorevoli” (> vai all’articolo) Sull’Espresso in edicola da domenica 25 febbraio, i risultati completi del nostro studio di Vittorio Malagutti, Gloria Riva e Francesca Sironi

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OPENPOLIS: I cambi di gruppo prima ancora dell’inizio della legislatura Candidati indesiderati Gli espulsi di oggi potrebbero diventare decisivi domani per le sorti di un prossimo governo, soprattutto se in parlamento non ci sarà una maggioranza chiara.(> VAI ALLA PAGINA)

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Estratto da “Elezioni, dimenticatevi i programmi e guardate alle persone. Guida al voto consapevole per evitare gli impresentabili di Peter Gomez,

dall’introduzione, rivista dall’autore, del libro Il vecchio che avanza – I fatti, le storie, i protagonisti (edizione chiarelettere) (da Il fatto quotidiano 12 febbraio 2018)

Il vecchio che avanza non vuole convincervi a votare per questo o quel partito. Su chi mettere la croce lo deve decidere solo il cittadino. Il libro vuole invece aiutare i lettori a maturare una scelta consapevole in vista del 4 marzo. Partendo dai fatti e non dalle promesse. Chi come me è andato a votare per la prima volta a inizio anni Ottanta ha ampiamente sperimentato quanto poco conti ciò che viene detto in campagna elettorale. L’Italia, secondo le ricerche internazionali, è il paese d’Europa con il più basso tasso di attuazione di programmi elettorali. Negli ultimi 20 anni in media solo il 45% dei provvedimenti che erano stati garantiti prima delle elezioni sono poi stati realizzati. Nel Regno Unito la percentuale sale invece al 90 per cento ed è alta persino in Portogallo (78%) e in Spagna (72%). Nessuno studio ha invece analizzato la particolarità italiana dei programmi realizzati al contrario. Cioè lo strano caso delle norme approvate dopo che si era affermato che non lo si sarebbe mai fatto. Come, per esempio, è accaduto con l’abrogazione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, con la sistematica occupazione della tv pubblica, decisa dopo che era stato più volte ripetuto “Fuori i partiti della Rai”, o la sanatoria di 700mila immigrati irregolari da parte del secondo governo Berlusconi. Intendiamoci, sull’utilità e la bontà di questi provvedimenti, ciascuno è libero di pensarla come gli pare. Quello che invece nessuno può contestare è che queste decisioni siano state prese dopo che ai propri elettori si era detto l’esatto contrario.

Anche per questo, col tempo, ho capito che in politica le idee sono certamente importanti, ma che camminano sempre e solo sulle gambe degli uomini e delle donne. Scegliere le persone giuste è fondamentale. Del resto già nell’ottocento il barone Otto Von Bismark diceva “Non si mente mai così tanto come prima delle elezioni, durante la guerra e dopo la caccia”. E l’ammissione non gli ha impedito di essere l’artefice dell’impero tedesco e l’ideatore di un sistema previdenziale che poi tutti nel mondo avrebbero copiato.

Di cancellieri di ferro in giro però non se ne vedono. Come ogni cinque anni c’è invece tanta gente che pretende non il voto, ma un atto di fede. Ricordare cosa ha combinato quando in passato è stata al governo o all’opposizione conta dunque più delle parole. Se, per esempio, si è affascinati dall’idea di potere un giorno pagare un’aliquota unica sul reddito del 23 per cento come propone Silvio Berlusconi è giusto sapere che il leader di Forza Italia promesse analoghe le ha già fatte. Senza mantenerle. È accaduto nel 1994 quando promise una flat tax al 30 per cento e nel 2001, quando nel contratto con gli Italiani firmato in diretta tv, si era impegnato ad arrivare nel giro di cinque anni a introdurre un’aliquota “al 23% per i redditi fino a 200 milioni di lire annui (circa 100mila euro nda)” e del 33% per quelli superiori.

Se poi, come chi scrive, siete convinti che il riscatto anche economico di questo Paese non può che passare attraverso una seria lotta alla corruzione, alle mafie e all’inefficienza sarà per voi utile capire chi presenta liste pulite e chi no. Gli elenchi dei candidati sono stati presentati solo poche ore prima della stampa del libro: ma una rapida ricognizione è stata sufficiente per scovare decine e decine di indagati, imputati, condannati in primo grado, voltagabbana, furbetti e parenti o figli di.

Conoscere i loro nomi e le loro storie serve per poter valutare i criteri con cui i partiti hanno selezionato le loro future classi dirigenti. Non per moralismo. Ma perché le quote marroni della politica condizionano il vivere civile. Il garantismo deve sempre valere nelle aule di tribunale dove un imputato deve essere considerato colpevole solo al di là di ogni ragionevole dubbio. Nelle istituzioni di uno dei paesi più corrotti d’Europa è invece bene applicare criteri di normale buon senso. Perché se è vero che un avviso di garanzia non trasforma nessuno in un criminale, non si possono nemmeno considerare gli avvisi (e i processi e le condanne) dei titoli di merito.
Fare politica, rappresentare gli italiani, implica onori e oneri maggiori rispetto a quelli dei normali cittadini. Se finisci sotto indagine, se sei sotto processo, magari non ti impongo di dimetterti, ma di certo non ti faccio fare carriera. Scelgo invece qualcuno che sotto inchiesta non è. Non perché penso che tu sia colpevole, ma perché voglio preservare la reputazione e la credibilità del mio partito e delle istituzioni. Sempre che una reputazione la mia forza politica l’abbia ancora.

Invece, qualunque sarà il risultato, nel prossimo parlamento assisteremo come in un horror di serie b al ritorno dei morti viventi. Basta poco per rendersene conto. È sufficiente guardare le liste. Quegli elenchi di nomi che raccontano come l’Italia tra poco passerà dal sogno della rottamazione all’incubo della restaurazione. Dire che il Pd, accanto a pochi buoni candidati, ha presentato alcuni personaggi ignobili, molti discutibili e molti impresentabili, non significa essere antirenziani. Vuol dire fare cronaca. Riportare i fatti. Poi, una volta informato, ogni elettore deciderà cosa fare. Se scegliere un altro simbolo o votare per chi in Sardegna e nel Lazio candida sei imputati per peculato, in Sicilia ha imbarcato nel centrosinistra l’ex capogruppo del Movimento per l’autonomie di Raffaele Lombardo più una mezza dozzina di ex esponenti del centrodestra, e in Lombardia Paolo Alli, lo storico braccio destro di Roberto Formigoni da poco sotto processo per tentato abuso d’ufficio.

Se poi, come chi scrive, siete convinti che il riscatto anche economico di questo Paese non può che passare attraverso una seria lotta alla corruzione, alle mafie e all’inefficienza sarà per voi utile capire chi presenta liste pulite e chi no. Gli elenchi dei candidati sono stati presentati solo poche ore prima della stampa del libro: ma una rapida ricognizione è stata sufficiente per scovare decine e decine di indagati, imputati, condannati in primo grado, voltagabbana, furbetti e parenti o figli di.

Conoscere i loro nomi e le loro storie serve per poter valutare i criteri con cui i partiti hanno selezionato le loro future classi dirigenti. Non per moralismo. Ma perché le quote marroni della politica condizionano il vivere civile. Il garantismo deve sempre valere nelle aule di tribunale dove un imputato deve essere considerato colpevole solo al di là di ogni ragionevole dubbio. Nelle istituzioni di uno dei paesi più corrotti d’Europa è invece bene applicare criteri di normale buon senso. Perché se è vero che un avviso di garanzia non trasforma nessuno in un criminale, non si possono nemmeno considerare gli avvisi (e i processi e le condanne) dei titoli di merito.

Fare politica, rappresentare gli italiani, implica onori e oneri maggiori rispetto a quelli dei normali cittadini. Se finisci sotto indagine, se sei sotto processo, magari non ti impongo di dimetterti, ma di certo non ti faccio fare carriera. Scelgo invece qualcuno che sotto inchiesta non è. Non perché penso che tu sia colpevole, ma perché voglio preservare la reputazione e la credibilità del mio partito e delle istituzioni. Sempre che una reputazione la mia forza politica l’abbia ancora.

Invece, qualunque sarà il risultato, nel prossimo parlamento assisteremo come in un horror di serie b al ritorno dei morti viventi. Basta poco per rendersene conto. È sufficiente guardare le liste. Quegli elenchi di nomi che raccontano come l’Italia tra poco passerà dal sogno della rottamazione all’incubo della restaurazione. Dire che il Pd, accanto a pochi buoni candidati, ha presentato alcuni personaggi ignobili, molti discutibili e molti impresentabili, non significa essere antirenziani. Vuol dire fare cronaca. Riportare i fatti. Poi, una volta informato, ogni elettore deciderà cosa fare. Se scegliere un altro simbolo o votare per chi in Sardegna e nel Lazio candida sei imputati per peculato, in Sicilia ha imbarcato nel centrosinistra l’ex capogruppo del Movimento per l’autonomie di Raffaele Lombardo più una mezza dozzina di ex esponenti del centrodestra, e in Lombardia Paolo Alli, lo storico braccio destro di Roberto Formigoni da poco sotto processo per tentato abuso d’ufficio.

Affermare che Forza Italia, specie nel sud Italia, candida persone che per la loro storia, le loro frequentazioni e in qualche caso le indagini in corso piacciono ai clan, è dire solo la verità. Cosa ritenete che penseranno i boss e i loro scagnozzi quando leggeranno sulla scheda i nomi del senatore campano, Luigi Cesaro, detto Gigino purpetta, indagato per voto di scambio e con i due fratelli, Aniello e Raffaele, sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa? Quale sarà il segnale colto da Cosa Nostra quando vedrà in lista Antonio Mineo, figlio di Franco, un ex consigliere regionale condannato a otto anni e due mesi in primo grado per intestazione fittizia di beni con l’aggravante mafiosa e peculato? Davvero credete che gli uomini del disonore non si sentano rassicurati dal saper che Mineo Junior (mai indagato) diceva intercettato a Pietro Scotto, un trafficante di droga processato e assolto per la strage di via D’Amelio, “minchia, che figli di puttana sono questi pentiti”.

Tanti anni fa, nel 1989, Paolo Borsellino, un giudice di destra che Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia rivendicano come parte del loro pantheon, spiegava: «Vi è stata una delega totale e inammissibile nei confronti della magistratura e delle forze dell’ordine a occuparsi esse solo del problema della mafia […]. E c’è un equivoco di fondo: si dice che quel politico era vicino alla mafia, che quel politico era stato accusato di avere interessi convergenti con la mafia, però la magistratura, non potendone accertare le prove, non l’ha condannato, ergo quell’uomo è onesto… e no! […] Questo discorso non va, perché la magistratura può fare solo un accertamento giudiziale. Può dire, be’ ci sono sospetti, sospetti anche gravi, ma io non ho le prove e la certezza giuridica per dire che quest’uomo è un mafioso. Però i consigli comunali, regionali e provinciali avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza, cioè quest’uomo non è mai stato condannato, quindi non è un mafioso, quindi è un uomo onesto!».

Certo, per decidere il proprio voto, per molti cittadini la memoria di Borsellino non basta. Gli anni passano e tutto perde colore. Ci sono i problemi del lavoro. Quelli dell‘immigrazione. La ripresa è partita, ma va ancora troppo piano. Secondo le previsioni della commissione Ue nel 2018 il pil registrerà un 1,5 per cento in più. Meglio che in passato, ma non ancora abbastanza per schiodarci dall’ultimo posto tra i paesi dell’Unione. Ci sono dieci milioni di poveri, il numero più grande d’Europa. Alle urne ciascun italiano ha il diritto di andare con in testa i suoi problemi e le sue convinzioni.

(…continua su Il fatto quotidiano 12 febbraio 2018)