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L’autonomia regionale differenziata che voleva chiedere il Lazio

Una delle richieste di Carteinregola – la prima – ai candidati alle elezioni regionali riguarda la rinuncia alla richiesta di qualsiasi forma di autonomia regionale differenziata, che nel 2018 era stata avviata dalla Giunta del Lazio, anche se poi il percorso si era interrotto e la proposta non era a neanche mai neanche approdata al voto del Consiglio regionale. Nel nostro webinar Verba VoTant con la coalizione del centro sinistra molti partecipanti di diverse forze politiche si sono dichiarati contrari, mentre la coordinatrice del programma di D’Amato Alessandra Sartore, già assessore al bilancio delle Giunte Zingaretti dal 2013 al 2020, oltre ad aver giustamente ricordato che – non casualmente – la proposta era poi stata abbandonata negli anni successivi, ha spiegato che le intenzioni della Giunta riguardavano una maggiore autonomia soprattutto in certi settori, come ad esempio l’audiovisivo, che ha visto in questi anni un forte impegno della Regione.

Tuttavia nel programma di D’Amato ritroviamo un punto la cui formulazione lascia aperta la porta ad altre materie che potrebbero essere oggetto di atuonomia differenziata – tra le quali 3 delle 5 inizialmente indicate – che non riguardano nè i Livelli Essenziali delle Prestazioni nè le “esigenze perequative” e che sono a nostro avviso altrettanto micidiali per l’unità della Repubblica e per l’ordinamento dello Stato. Un punto che anche a livello nazionale molti partiti e esponenti del centro sinistra non chiariscono fino in fondo e che invece dovrebbe essere uno dei cardini del dibattito attualmente in corso, perchè riguarda un cambiamento profondo che avrà conseguenze su tutti i cittadini (in preparazione un confronto su questo punto tra i programmi dei candidati).

Autonomia differenziata, ma giusta

Noi siamo per un’autonomia giusta. Come ha ricordato il Presidente Mattarella questo significa un’autonomia che garantisca “su tutto il territorio nazionale i diritti civili e sociali”, che non prescinda dalle “esigenze perequative”, che “non accentui le differenze tra Nord e Sud”. Questa è e sarà la nostra bussola: in ogni sede in cui la Regione Lazio sarà chiamata ad intervenire sul punto. (dal programma di Alessio D’Amato, candidato del centro sinistra alle elezioni regionali del Lazio 2023)

Vedi Autonomia regionale differenziata: non solo LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) 28 gennaio 2023

Vai alla sezione Elezioni Lazio 2023 con informazioni su candidati, liste e programmi e i video di Verba Votant – incontri con candidati e partiti alle elezioni regionali

Vai a LE NOSTRE RICHIESTE ALLA REGIONE LAZIO con i punti programmatici per noi più urgenti e irrinunciabili che chiediamo a tutte le forze politiche di inserire nei propri programmi elettorali e tutte le richieste del Dossier “La città delle persone” alla Regione Lazio

Nel giugno 2018, dopo che negli ultimi giorni del governo Gentiloni sono state siglate le pre intese con Veneto, Lombardia e Emilia Romagna (1), il Consiglio regionale del Lazio approva un Ordine del Giorno che impegna la Giunta Zingaretti “ad avviare il negoziato con il Governo affinchè siano attribuite alla regione competenze nelle seguenti materie: lavoro; istruzione; salute; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; governo del territorio; rapporti internazionali e con l’Unione europea(2). Il 2 ottobre 2018 un nuovo ODG del Consiglio chiede di “evitare che l’attivazione di percorsi di “regionalismo differenziato” rappresenti lo strumento per inasprire i divari di ricchezza e capacità fiscale tra i diversi territori regionali, concorrendo ad un progressivo incremento della disuguaglianza interregionale”(3). La Giunta regionale del Lazio il 16 ottobre 2018 approva la decisione recante “Iniziativa regionale per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomia per la Regione Lazio, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione(4) per avviare il procedimento per i cinque ambiti individuati dall’ODG del Consiglio. In seguito il “Documento di indirizzo ai fini dell’attivazione del percorso per il riconoscimento di ulteriori forme di autonomia ai sensi dell’articolo 116, comma 3 della Costituzione” viene inviato al Cal, Consiglio delle Autonomie Locali (5), un organismo costituzionale rappresentativo di tutti gli enti locali del Lazio, per acquisirne il parere, che viene deliberato il 7 febbraio 2019 (6). La delibera non arriva poi al Consiglio regionale, e quindi non ci risulta aver fatto dei passi avanti, ma poichè come Carteinregola chiediamo ai candidati alle elezioni regionali del 2023 l’impegno affinchè la Regione Lazio non prosegua il percorso intrapreso e rinunci alla richiesta di ulteriori forme di autonomia, riteniamo importante approfondire sia le motivazioni contenute nella proposta, sia quelle del parere del CAL.

In particolare vogliamo approfondire gli aspetti che riguardano una materia fino a oggi di esclusiva competenza della Stato, tra quelle che la riforma del Titolo V della Costituzione del 2000 e l’introduzione nell’articolo 116 comma 3 rende oggetto di ulteriori forme di autonomia regionale: tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali (7)

Così lo schema di deliberazione della Giunta con il Documento di indirizzo ai fini dell’attivazione del percorso per il riconoscimento di ulteriori forme di autonomia ai sensi dell’articolo 116, comma 3 della Costituzione:

(grassetto nostro)

Ambito n. 4 – Ambiente.

Le finalità generali sono quelle di creare le condizioni per impostare politiche e misure strutturali adeguate al territorio e alla situazione regionale, nonché di semplificare le procedure in materia ambientale per rendere gli strumenti di intervento più efficaci.

In particolare, si richiede:

piena potestà, nel rispetto della normativa dell’Unione Europea, di prevedere e applicare uniformemente sul territorio regionale regole certe in tema di tutela dell’ecosistema, ivi inclusa la disciplina della gestione faunistico – venatoria al principale fine di limitare i danni all’agricoltura;

estensione delle competenze amministrative di valutazione di impatto ambientale attribuite alla Regione a tutti gli interventi ricompresi nel territorio regionale e non relativi a infrastrutture statali; potestà di regolare le competenze proprie e quelle degli enti locali sulle procedure per il rilascio dei provvedimenti di valutazione di impatto ambientale;

acquisizione della competenza diretta in ordine alla legislazione, pianificazione e gestione amministrativa in materia di tutela dei beni paesaggistici;

autonomia nella disciplina dell’organizzazione dei servizi di tutela ambientale;

piena potestà amministrativa regionale nei procedimenti di bonifica dei siti di interesse nazionale, ivi comprese le relative forme di finanziamento;

attribuzione alla Regione di poter definire a livello sub regionale le competenze di organismi aventi attualmente competenza ambientale, anche con poteri sostitutivi e commissariali, in caso di inerzie o inadempimenti sull’attuazione della programmazione, in particolare ove ricorrano rischi o casi di infrazioni europee.

Il successivo parere del Consiglio delle Autonomie Locali approva il documento, chiedendo di essere coinvolto in tutto il percorso, e sulle materie va oltre, invitando la Regione Lazio a “valutare l’opportunità di ampliare la richiesta di ulteriori forme di autonomia anche da altri ambiti ed in particolare a quello salute con riguardo ai principi fondamentali in materia di salute e ricerca scientifica“.

Sulla richiesta di autonomia e sui punti analizzati non possiamo che confermare le motivazioni del nostro forte dissenso alla devoluzione di poteri legislativi dallo Stato alla Regione, anche per quanto riguarda l’ambiente e il Paesaggio, ambiti che ci hanno visto in più occasioni critici verso provvedimenti regionali, a partire dall’approvazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale. Nel luglio 2019 avevamo fortemente avversato la decisione, prima della Commissione poi del Consiglio regionale, di azzerare di fatto il lavoro di copianificazione con il MIBACT dal PTPR poi approvato all’inizio di agosto. Sul punto il Ministero aveva sollevato un conflitto di attribuzione dinnanzi alla Corte Costituzionale che aveva poi annullato il PTPR, così che il Consiglio aveva poi dovuto riapprovare nuovamente il Piano il 21 aprile 2021 integrando il lavoro effettuato con la Soprintendenza (8).

Ma va anche sottolineato il perdurante vulnus di un Piano paesistico regionale che dal 2008 a oggi ha continuato ad escludere – in questo caso accomunato alla Soprintendenza – il centro storico della Capitale dalle tutele previste per gli altri centri storici del Lazio (9), e a escludere le parti della “Città Storica” individuata dal Piano regolatore esterne alle Mura aureliane dagli “insediamenti urbani storici”. Pur riconoscendo che il Lazio, a differenza di altre regioni italiane, ha comunque approvato il PTPR, non ci sembra che il percorso e gli esiti possano giustificare l’attribuzione di maggiori poteri per la tutela paesistica.

E in generale non rassicura che in nome della “semplificazione” si voglia attribuire alla Regione, sottraendola allo Stato, la tutela di uno dei patrimoni più preziosi e fragili del nostro Paese come il Paesaggio, lasciandolo all’arbitrio delle maggioranze politiche del momento. E naturalmente ciò vale per molti altri ambiti e materie, per quelle che ricadono direttamente sui diritti dei cittadini e sul potenziale – in realtà certo – aumento delle disuguaglianze, ma anche per quelle che riguardano un patrimonio comune che sarebbe sottratto alla garanzia della tutela dello Stato.

1 febbraio 2023

per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

NOTE

(1)Il 28 febbraio 2018, 4 giorni prima delle elezioni politiche, son firmati gli Accordi preliminari in merito all’Intesa prevista dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, tra il Governo ´Gentiloni (PD) – rappresentato dal sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa (eletto nelle fila del PD, poi si candiderà e sarà eletto con il gruppo per le Autonomie Aut (SVP-PATT, UV) – e le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto

(2) 6 giugno 2018, il Consiglio regionale del Lazio approva l’ordine del giorno n. 2 del 31 maggio 2018 su “Intesa Stato-Regione prevista dall’art. 116, terzo comma, della Costituzione italiana“, scarica l’ODG (dal sito del SenatoDossier n.45 )

(3) 2 ottobre 2018 il Consiglio regionale del Lazio approva, in relazione alla proposta di legge “disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale”, l’ordine del giorno n. D29/251, il quale pone l’enfasi sull’esigenza di evitare che l’attivazione di percorsi di “regionalismo differenziato” rappresenti lo strumento per inasprire i divari di ricchezza e capacità fiscale tra i diversi territori regionali, concorrendo ad un progressivo incremento della disuguaglianza interregionale;

(4) 16 ottobre 2018 Decisione della Giunta Regionale n. DEC44 recante “Iniziativa regionale per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomia per la Regione Lazio, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzioneda affaritaliani 20 gennaio 2023 scarica

Questo il dispositivo finale:

la Giunta delibera

  1. di approvare i contenuti del “Documento di indirizzo ai fini dell’attivazione del percorso per il riconoscimento di ulteriori forme di autonomia ai sensi dell’articolo 116, comma 3 della Costituzione” (allegato 1 alla presente deliberazione);
  2. di comunicare al Consiglio Regionale i contenuti del Documento di cui al punto 1, ai fini di consentire la discussione e l’eventuale deliberazione, ai sensi dell’articolo 74 del Regolamento dei lavori del Consiglio, sul tema in oggetto;
  3. di autorizzare il Presidente della Giunta Regionale, all’esito di quanto previsto dal punto 2, ad avviare il negoziato con il Governo ai fini dell’intesa prevista dall’art. 116, terzo comma, della Costituzione.

(5) (dal sito del Consiglio della Regione Lazio) Il Consiglio delle Autonomie Locali

Il Consiglio delle autonomie locali (CAL), istituito presso il Consiglio regionale in attuazione dell’articolo 123, quarto comma, della Costituzione e degli articoli 66 e 67 dello Statuto, è organo di rappresentanza istituzionale del sistema delle autonomie locali del Lazio nonché di consultazione, di concertazione e di raccordo tra la Regione e gli enti locali, al fine di garantire il rispetto dei principi costituzionali e statutari di sussidiarietà, di differenziazione e di adeguatezza, e l’effettiva partecipazione degli enti locali ai processi decisionali della Regione che incidono sugli interessi dei territori e delle comunità locali.

Disciplina del Consiglio delle autonomie locali Numero della legge: 1 26 febbraio 2007 Data BUR: 10/03/2007

(…) Il CAL è composto da quaranta membri. Sono componenti di diritto del CAL:
a) il Sindaco di Roma capitale;
b) i sindaci dei comuni capoluogo di provincia;
c) i presidenti delle province;
c bis) il vice Sindaco della Città metropolitana di Roma capitale o, qualora eletto direttamente, il Sindaco della Città metropolitana di Roma capitale.
3. Sono componenti del CAL: a) ventitré rappresentanti dei comuni non capoluogo degli enti di area vasta, eletti secondo criteri di equa rappresentanza degli stessi, di cui sei dei comuni con popolazione superiore a quindicimila abitanti, otto dei comuni con popolazione compresa tra cinquemila e quindicimila abitanti, nove con popolazione inferiore a cinquemila abitanti; b) due rappresentanti delle comunità montane, appartenenti a enti di area vasta diversi, indicati dalle organizzazioni delle autonomie. (…)

(6) 7 febbraio 2019 Deliberazione del Consiglio delle autonomie locali del Lazio sullo schema di deliberazione della giunta regionale per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomie ecc. Il Consiglio dà il proprio parere positivo al testo ed chiede che una sua rappresentanza sia chiamata a far parte della delegazione regionale deputata a trattare con il governo i termini dell’intesa. Chiede anche che venga ampliata la richiesta di ulteriori forme di autonomia ad altri ambiti, in particolare a quello della “salute” con riguardo ai principi fondamentali in materia di salute e ricerca scientifica. Dopo il parere positivo del Cal la delibera sarebbe dovuta arrivare in consiglio e il Presidente della Regione avrebbe dovuto avviare la trattativa con il Governo (> leggi tutto su Affari italiani) scarica la deliberazione

(7) art. 117 Cost. comma 2 lettera s)

il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione – dopo la riforma del Titolo V – prevede che possano essere attribuite alle regioni a statuto ordinario ulteriori competenze delle 20 materie a legislazione concorrente Stato/Regioni elencate al terzo comma dell’ articolo 117, e 3 materie a legislazione esclusiva dello stato elencate al 2 comma

(8) 17 aprile 2020 viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Ricorso per conflitto di attribuzione tra enti Ambiente – Paesaggio – Deliberazione del Consiglio regionale della Regione Lazio 2 agosto 2019, n. 5, recante “Piano territoriale paesistico regionale (PTPR)” – Denunciata assunzione unilaterale del provvedimento, senza il coinvolgimento dell’Amministrazione statale – Istanza di sospensione. – Deliberazione del Consiglio regionale della Regione Lazio del 2 agosto 2019, n. 5. (20C00109) > Vai a N. 2 RICORSO PER CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE 17 aprile 2020 

17 novembre 2020 La Corte Costituzionale si pronuncia sul ricorso del MIBACT accogliendolo e annullando  il PTPR approvato dalla Regione il 5 agosto 2019, dando quindi ragione al Ministero dei Beni culturali  ma anche ai cittadini che si sono mobilitati in difesa della copianificazione Stato Regioni per la tutela del Paesaggio, come previsto dal Codice dei Beni culturali (5) vai alla sentenza sul sito della Corte Costituzionale Vai a La sentenza della Consulta che dichiara incostituzionale il PTPR della Regione Lazio  Vedi La Corte Costituzionale ha annullato il Piano Paesaggistico Regionale del Lazio contestato da Carteinregola e Italia Nostra

11 febbraio 2021 la  Giunta Regionale del Lazio con Deliberazione n. 78 approva la Proposta di Deliberazione Consiliare n. 59 del 15.2.2021   concernente: “Approvazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)” (Scarica PDC_59_2021 PTPR Giunta Lazio, i cui elaborati (Norme, Tavole, Repertori dei beni registrati nelle Tavole, etc) sono consultabili al seguente indirizzo: http://aulacrl.regione.lazio.it/atticonsiliari/PDC_59/index.htm

21 APRILE 2021: il PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE E’ APPROVATO DAL Consiglio regionale  con 33 voti a favore e 14 contrari, senza modifiche rispetto a quanto concordato con il MIBACT, ma restano fuori, il centro storico e la città storica di Roma.  > Vai al comunicato sul sito del Consiglio regionale > Vai alla pagina sul sito del Consiglio regionale con il PTPR approvato

(9) scarica le NTA https://www.carteinregola.it/wp-content/uploads/2021/12/NTA-Norme-PTPR-Lazio-approvato-aprile-2021.pdf

Articolo 44 Insediamenti urbani storici e relativa fascia di rispetto comma 19. Non si applicano le disposizioni di cui al presente articolo all’insediamento urbano storico sito Unesco – centro storico di Roma. L’applicazione di specifiche prescrizioni di tutela da definirsi, in relazione alla particolarità del sito, congiuntamente da Regione e Ministero, decorre dalla loro individuazione con le relative forme di pubblicità. Nelle more della definizione di tali specifiche prescrizioni, il controllo degli interventi è comunque garantito dalla Soprintendenza competente nel rispetto di quanto stabilito dal Protocollo d’Intesa tra Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Comune di Roma (QI/57701 dell’8 settembre 2009) [che fin dalla copertina prevede un parere consultivo e non l’autorizzazione paesaggistica in vigore per gli altri comuni del Lazio].

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