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Punti Verde Infanzia, a volte ritornano

Piazza Wlinckelmann II Municipio (in basso immagine da google map e foto AMBM  2014)

Piazza Wlinckelmann II Municipio (in basso immagine da google map e foto AMBM 2014)

Si ritorna a parlare dei “Punti Verde Infanzia”, in seguito a una Proposta di Delibera Consiliare che è già già stata approvata in Commissione Ambiente e che ha già raccolto il parere di alcuni Consigli municipali e che presto approderà in Assemblea Capitolina. Carteinregola ha scritto a Sindaca, Giunta, Presidenti e Giunte dei Municipi,  Consiglieri capitolini  e municipali, chiedendo un passo indietro. Pubblichiamo un commento sintetico di Anna Maria Bianchi e una approfondita disamina  di Thaya Passarelli, che ha curato anche una cronologia della vicenda. (nella foto Piazza Winckelmann,  com’era prima dell’insediamento del  Punto Verde Infanzia  e in un’immagine da Google map e in una foto del 2014).

Punti Verde Infanzia:  restano, e anzi aumentano, giostre, trenini e videogiochi a pagamento nelle aree verdi pubbliche?

di Anna Maria Bianchi Missaglia

La vicenda dei Punti Verde Infanzia (PVI) somiglia in parte  a quella dei Punti Verde Qualità (PVQ),  anche se  il giro d’affari  è assai minore  e non ha comportato nessuna esposizione finanziaria per il Campidoglio. Tuttavia, entrambi sono figli della stessa filosofia, che  alla fine degli anni ’90 ha spinto l’amministrazione comunale ad  affidare a privati, tramite dei bandi,  suolo pubblico,  in questo caso  all’interno di parchi e giardini, per attività ludiche a pagamento – giostre varie, giochi a gettone, autoscontro, trenino lillipuziano ecc. – in cambio della gestione e della manutenzione delle aree verdi.

Come per i PVQ, però, la situazione  negli anni non è stata soggetta  a un puntuale  controllo amministrativo: in molti casi il Comune non ha neanche formalizzato  le concessioni, anche se ha continuato a riscuotere i canoni delle occupazioni di suolo; ma soprattutto in alcuni casi  non sono state effettuate verifiche sull’effettivo rispetto dei limiti e delle regole stabilite dal bando, e nemmeno sulle superfetazioni di manufatti, che in alcune aree verdi arrivano persino a coprire quasi interamente lo spazio pubblico con strutture a pagamento.

Un groviglio che si infittisce negli anni, e a cui le Amministrazioni di vario colore che si susseguono non riescono – o non vogliono? – dipanare, nonostante il florilegio di uffici speciali e commissioni dedicate a PVI e a PVQ.

Non ci riesce neanche l’attuale maggioranza, che dopo 4 anni di promesse di ripristino delle regole a favore dell’interesse pubblico, recentemente ha partorito una Proposta di deliberazione consiliare a firma del Presidente della Commissione Ambiente Diaco e della Consigliera Ficcardi, che prevede “regolarizzazioni” –  che in certi casi rischiano di diventare vere e proprie sanatorie –  transazioni, rinnovo delle concessioni in scadenza e addirittura individuazione di ulteriori spazi verdi pubblici da dare in concessione per giostre & Co.

E ciò è ancora più paradossale, se si pensa che si tratta dello stesso MoVimento che, con il nuovo Regolamento del Patrimonio comunale indisponibile, intende mettere a bando anche quegli immobili che persone di buona volontà hanno rimesso a posto a loro spese  per offrire servizi sociali gratuiti, e che invece,  in questo caso,  pensa di “regolarizzare” privati  che utilizzano spazi  e verde pubblico per giochi e giostre  a fini di lucro.

Ma non solo il MoVimento, visto che ci risulta che tale proposta di delibera abbia ricevuto anche il voto favorevole di Municipi di altro orientamento politico (non sappiamo, allo stato attuale,   le risultanze di tutti i Municipi).

Certamente è una questione complessa, che deve essere valutata anche caso per caso, sia in funzione della situazione giuridica, sia di quella  dell’interesse pubblico, sia rispetto  al rapporto  con il territorio, perché è ben diverso un piccolo parco divertimenti accanto alle torri del VI Municipio – che gli abitanti apprezzano, come risorsa del quartiere – da un play ground atterrato nell’unico fazzoletto di verde in mezzo alle case, come a piazza Winkelmann, nel II Municipio, dove le strutture ludiche  hanno occupato gran parte dello  spazio prima  dedicato alla libera fruizione dei residenti.

In ogni caso  tali valutazioni  e tali distinguo dovrebbero essere fatti alla luce del sole, dopo aver pubblicato sul sito istituzionale tutte le informazioni su ciascun Punto Verde Infanzia, con i documenti, le piantine delle superfici, le prescrizioni, le scadenze delle autorizzazioni ecc. E magari dopo essersi confrontati con i cittadini e i comitati di quartiere prima di elaborare delibere e prendere decisioni.

E anche dopo aver reso noto il contenuto della Proposta di Delibera che, come  per tutte le altre Proposte, non è stato portato a conoscenza dei cittadini. Infatti, anche questa volta, Carteinregola ha potuto visionare il testo grazie alla cortesia di qualcuno che l’ha passato “sottobanco”.

Ma purtroppo, anche con questa  Amministrazione, la  trasparenza e la partecipazione  restano dei MiRAGGI.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Villa Massimo, un altro Punto Verde Infanzia, come appariva fino a qualche tempo fa

Villa Massimo, un altro Punto Verde Infanzia, come appariva prima dell’abbattimento di alcuni manifatti abusivi e della risistemazione del giardino ottenuta grazie all’impegno del Comitato per la Difesa  della Pineta di Villa Massimo

C’erano una volta… e ci sono ancora i Punti Verde Infanzia

di Thaya Passarelli

in collaborazione con Maria Spina

Dopo quattro anni di governo l’Amministrazione pentastellata  affronta le criticità dei Punti Verde Infanzia con una proposta di deliberazione consiliare che genera serie preoccupazioni: si prevede la definizione transattiva dei contenziosi in essere e il rinnovo delle concessioni in scadenza.

Un argomento scottante, come quello dei Punti Verde Infanzia, avrebbe meritato (dopo le polemiche del passato) un maggiore confronto tra le parti coinvolte (cittadini fruitori, esercenti concessionari e Amministrazione)… ma tant’è. L’importante è affrontare lo scoglio, possibilmente insieme, cercando di individuare problemi e possibili soluzioni.  La proposta di deliberazione consiliare a firma Diaco/Ficcardi riguardante le “linee di indirizzo finalizzate alla regolarizzazione delle aree pubbliche utilizzate per attività di spettacolo viaggiante e di Parchi di divertimento – Punti Verde Infanzia” è  stata  trasmessa ai Municipi per l’espressione di parere in data 4 Marzo e inizia ora il percorso per approdare in Assemblea Capitolina.

Nel testo si attribuisce ai gestori il merito  di pulire, manutenere, salvaguardare e sottrarre al degrado le aree verdi pubbliche, sottolineando altresì l’alto valore di gradimento riscosso tra i fruitori, nonché la funzione di aggregazione sociale svolta a favore della cittadinanza. Parole che fanno supporre  che, in questi anni, siano stati effettuati sopralluoghi ad hoc per “visitare” fisicamente tutti i Punti Verde Infanzia esistenti. Questi, in assenza di informazioni specifiche sul sito istituzionale, dovrebbero essere circa 70 in sede fissa e 40 in sede temporanea (se facciamo riferimento agli atti citati nella proposta di delibera) e dunque, per ogni esercizio attivo, è possibile immaginare che siano stati valutati, oltre all’atto di concessione/convenzione, anche l’esistenza dei requisiti previsti dal bando e dalla normativa vigente nonché di quelli inseriti nel testo della concessione firmata (ad esempio: l’effettiva quantità di superficie occupata rispetto a quella concessa, l’area a verde di libera fruizione attuale rispetto a quella esistente all’atto della stipula della concessione; la dimensione dell’eventuale punto ristoro – che non deve superare i 30 mq totali –, la presenza del servizio igienico accessibile al pubblico).

A noi cittadini sembra però eccessivamente idilliaca questa descrizione riportata nella proposta di delibera: e ci perdoneranno Daniele Diaco e Simona Ficcardi, se ci permettiamo di chiedere un passo indietro a loro e alla maggioranza che governa questa città, una pausa di riflessione sulle finalità che questa proposta di delibera sembra configurare ossia: la definizione transattiva dei contenziosi in essere, la chiusura dei procedimenti di stipula dei contratti relativi all’attuale piano di settore  e il rinnovo delle concessioni in scadenza.

Partiamo dall’inizio, quando è stato approvato il Regolamento Comunale del 1998 che ha istituito i Punti Verde Infanzia.

La finalità che l’Amministrazione si proponeva era di:” migliore funzionalità e fruibilità delle aree individuate quali idonee per l’espletamento dell’attività di spettacolo viaggiante…”. Il testo, oltre a differenziare le utilizzazioni a carattere temporaneo da quelle in sede fissa, introduceva il termine dei 15 gg. per restituire l’area una volta scaduta la concessione e rimandava alla pubblicazione del bando di gara per l’assegnazione delle aree in sede fissa.

Il bando del 1999, in aggiunta, prevedeva l’affidamento in concessione (o convenzione, a seconda dell’area) di n. 46 aree verdi in sede fissa e di 17 in sede temporanea. Le aree dovevano essere: “attrezzate e curate dai concessionari…”. I requisiti obbligatori (art. 3) da rispettare erano: la recinzione, la sistemazione a verde dell’area, il parco giochi ad uso gratuito (con minimo 2 altalene a due posti, 3 giochi a molla, 2 scivoli, 1 modulo composto da due torrette, ponticello, scivoli e strutture di arrampicata); il servizio igienico pubblico, ad uso gratuito.

La durata della concessione (art. 8) era fissata in anni 6 (eccezioni erano previste per le aree contenute nell’allegato A1 che richiedevano interventi economici maggiori).

Ora, le principali criticità dei Punti Verde Infanzia, evidenziate anche nella proposta di delibera, riguardano due aspetti:

1) il fatto che molte delle aree verdi idonee siano state individuate solo dopo la pubblicazione del bando pubblico del 1999 e siano state, quindi, assegnate senza gara; in molti casi, poi, sia in presenza di titolo sia senza, le “autorizzazioni” ad operare siano state rinnovate tacitamente anno per anno; in altri casi  l’area sia stata affidata a un gestore senza la successiva  stipula di una concessione. Sta di fatto che – anche senza le necessarie formalizzazioni – le attività dello spettacolo viaggiante in area comunale sono  proseguite;

2) il fatto che in molti casi, purtroppo (anche a causa dei mancati o scarsi controlli) siano venuti a mancare nel tempo il rispetto dei requisiti obbligatori previsti da bando, oltre a quelli di legge, con la conseguenza che le condizioni e le caratteristiche dell’area non rispecchiavano più quelle inizialmente previste e autorizzate.

Insomma un pasticciaccio brutto che vede coinvolti Amministrazione Comunale e gestori in un difficile tira e molla per “trovare la quadra”.

Vogliamo qui rilevare l’assenza totale di trasparenza che contraddistingue – fin  dall’inizio – questa vicenda, sottolineando anche come l’inerzia dell’Amministrazione spesso abbia come conseguenza quella di creare – col trascorrere del tempo – i presupposti per una sempre più difficile e complicata gestione del patrimonio pubblico. Conoscere la realtà dei fatti e delle situazioni permetterebbe ai cittadini di capire meglio e valutare le scelte dell’Amministrazione stessa, anche contribuendo a fornire dati e informazioni utili per le decisioni da prendere. 

Sulla base della nostra esperienza, le principali difformità dei Punti Verde Infanzia (che naturalmente non possono essere estese a tutti i PVI e che, come già detto, richiederebbero una approfondita indagine caso per caso)  sono:

  • la progressiva riduzione dell’area verde di libera fruizione e il suo riempimento con installazioni e giochi a pagamento e la proliferazione di manufatti coperti (anche in ville e giardini storici); 
  • la presenza di servizi igienici a pagamento anziché gratuiti ad uso pubblico; 
  • la superfetazione dei punti ristoro che in molti casi si sono trasformati in veri e propri ristoranti con l’occupazione di superfici assai più estese di quelle consentite;
  •  la progressiva eliminazione delle attrezzature gratuite per i bambini in favore di altre, a pagamento.

E ci chiediamo quali siano le motivazioni del ricorso alla definizione transattiva dei contenziosi in essere e  del rinnovo delle concessioni in scadenza.

Dalla delibera non si evincono alcuni dati fondamentali: quanti sono i gestori dei PVI totali attivati nel 1999 e tuttora attivi? Quanti esercenti possiedono un titolo autorizzativo regolare? Quante e quali sarebbero le difformità da regolarizzare?

Resta inoltre poco chiaro il perché si pensa al “rinnovo delle concessioni in scadenza” dal momento che il regolamento prevede una durata della concessione di 6 anni (salvo rinnovi e/o durate diverse fissate nel contratto di concessione). Non c’è modo di mettere a bando l’area prima della scadenza?

E ancor prima di ipotizzare, come prevede la proposta, Conferenze di servizi portate avanti dagli uffici amministrativi per  individuare nuove aree verdi idonee e concedibili per ulteriori attività di spettacolo viaggiante (con la conseguente revisione-integrazione del Piano di Settore), sarebbero auspicabili verifiche preliminari (comunicandole alla cittadinanza) in merito a:

– conseguenze per l’Amministrazione Capitolina nei casi di soluzione dei contenziosi in essere;

–  numero di concessioni in scadenza che si intendono prorogare e a quali condizioni;

  numero di contratti, relativi all’attuale piano di settore, da formalizzare.

Apprezziamo certamente l’obiettivo di ri-accentrare in un unico punto decisionale tutta la materia (Dipartimento Tutela Ambientale –  lo stesso che l’aveva gestiti ab initio – ) dopo che la stessa – per cercare di risolvere i problemi che mano a mano emergevano – era stata prima affidata a un Ufficio di Scopo appositamente istituito (2014) e poi smembrata tra il Dipartimento Ambiente e il Dipartimento Patrimonio, come è tutt’oggi. 

Ma colpisce  che la linea politica  della proposta di deliberazione sia  totalmente diversa (anzi opposta) dalla proposta di iniziativa consiliare (sempre M5S ) sul nuovo  Regolamento dei Beni Indisponibili di Roma Capitale in cui si prevede l’affidamento tout-court di beni immobili in concessione per attività culturali, sociali, di servizio alla collettività esclusivamente tramite bando.   

Perché questa disparità di trattamento tra chi gestisce  degli immobili comunali, spesso con finalità sociali, culturali, assistenziali, cioè con una  funzione sociale, e i gestori dello spettacolo viaggiante, che utilizzano aree pubbliche prevalentemente a scopo di lucro?

E se nella Proposta di delibera si prevede alla fine anche la possibilità, una volta aggiornato il piano di settore, di indire un nuovo bando per nuovi Punti Verde Infanzia sulla base dei requisiti di quelli contenuti nel bando del 1999, perché non si applica questo principio anche alle concessioni in scadenza? 

Ci auguriamo di ricevere risposte. Pubbliche.

 Thaya Passarelli

Per osservazioni e commenti: laboratoriocarteinregola@gmail.com


 

Alcuni Esempi di  Punti Verde Infanzia

PIAZZA GIOVANNI WINCKELMANN

https://www.carteinregola.it/index.php/urbanistica/vertenze-urbanistiche/piazza-winckelman/

 Scarica il contratto di concessione al link: P.V.I.  3.3    “Piazza Giovanni Winckelmann”;

 ADELANDIA, TOR BELLA MONACA

Un caso come tanti

https://www.ilcaffe.tv/articolo/61796/adelandia-futuro-a-rischio-per-un-cavillo-burocratico

 LO SCOIATTOLO, VILLA ADA

 Scarica il contratto di concessione a questo link: P.V.I.  2.2    “Villa Ada”;

VILLA MASSIMO

Leggi la storia: https://www.carteinregola.it/index.php/villa-massimo/

Vedi anche: https://www.carteinregola.it/index.php/villa-massimo-una-questione-che-riguarda-linteresse-pubblico-le-regole-e-la-serieta-delle-istituzioni-e-la-verita/

Per approfondire:

CRONOLOGIA E MATERIALI

 

Legge 337/1968:             Disposizioni sui circhi equestri e sullo spettacolo viaggiante.

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1968-04-%2010&atto.codiceRedazionale=068U0337&elenco30giorni=false

Decreto 18/6/2019:       Aggiornamento dell’elenco delle attrazioni dello spettacolo viaggiante di cui all’art. 4 della legge 18-3-1968 n. 337 approvato con decreto interministeriale del 23-4-1969. Gazzetta Ufficiale 12 agosto 2019 n. 188.

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2019/08/12/19A05145/SG

1998: Regolamento Comune di Roma per la Concessione di aree pubbliche per attività di spettacolo viaggiante e Parchi di divertimento ai sensi dell’art. 9 Legge del 18-3-1968 n. 337. Deliberazione del Consiglio Comunale n. 197/1998. Vai al documento: DCDelib._N_197_del_08.10.1998A

Il Piano di settore allegato individuava n.  47  aree per attività di spettacolo viaggiante in sede fissa e n.  17 aree per quelle in sede temporanea

1999: Comune di Roma, Dipartimento X, Bando per la realizzazione e gestione dei punti verde per l’infanzia.  Dipartimento X- DD 267 del 5.5.1999 (Bando). Nel bando le aree in concessione per l’attività in sede fissa erano 46. L’elenco è disponibile nell’allegato al Bando. (Vai al documento: Dipartimento X- DD 267 del 5.5.1999 (Bando)

2002: Deliberazione Giunta Comunale del 16/7/2002 n. 407. Ampliamento elenco aree concedibili sia in sede fissa sia in sede temporanea per attività spettacolo viaggiante. (Vai al Documento: DGDelib. N 407 del 16.07.2002

Ne vengono previste +20 in sede fissa e +26 in sede temporanea (mx tre mesi/anno).

Ma queste NON erano state inserite nel bando del 1999 e quindi sono state assegnata senza procedura di gara.

 2010: Determina Dirigenziale Dipartimento  n. 1079 del 10/5/2010: Integrazione e ampliamento del piano di settore à + 8 aree selezionate da destinare ad attività di spettacolo viaggiante. (Richiesta con accesso civico al Dipartimento Tutela Ambientale in data 22 aprile 2020  )

2012: Con l’Ordinanza N 91 del 30.03.2012, viene istituito un primo “ufficio temporaneo  di scopo“, “Gestione Sviluppo PVQ” per assolvere alle funzioni prima affidate al  Dip. Tutela Ambientale. Pochi mesi dopo però, con  l’Ordinanza N 270 del 06.12.2012 , si ripassa la palla al Dip. Tutela Ambientale.

2013:    Con la  DGCDelib. N 75 del 01.03.2013, si  dispone l’istituzione di un nuovo ufficio “speciale” – questa volta nell’ambito del Dip. Ambiente – a cui si attribuiscono  “funzioni relative alla gestione del Programma Punti Verdi Qualità, Infanzia, Ristoro e Polifunzionali“, suddividendole tra due uffici.

2014: Istituito Ufficio di Scopo Punti Verde con Ordinanza N 43 del 19.03.2014 : Ufficio di Scopo  “Indirizzo e coordinamento del programma Punti Verde di Roma Capitale”. Responsabile Giovanni Serra (Sindaco Ignazio Marino).

2016:  In seguito all’accesso civico di Carteinregola, il Comune di Roma –ex art. 23 D.Lgs. n. 33/sulla Trasparenza della P.A. – pubblica documenti e informazioni sui PVI sul sito comunale, anche se con l’avvertenza che “I disciplinari consultabili nella presente pagina sono quelli che risultano agli atti dell’Ufficio Extradipartimentale “Indirizzi e coordinamento del Programma Punti Verde di Roma Capitale” in copia, non protocollati, alcuni non registrati e privi di allegati“.  

P.V.I.  2.2    “Villa Ada”;

P.V.I.  2.4    “Piazzale delle Muse”;

P.V.I.  3.2    “Villa Massimo”;

P.V.I.  3.3    “Piazza Giovanni Winckelmann”;

P.V.I.  4.1    “Via Corrado Alvaro”;

P.V.I.  6.1    “Parco Domenico Taverna”;

P.V.I.  10.1  “Parco Tarquinio Collatino”;

P.V.I.  11.3  “Parco Via Salvatore di Giacomo”;

P.V.I.  13.4  “Parco XXV Novembre 1884”;

P.V.I.  19.1  “Parco Suor Celestina donati”.

Vai alla pagina: https://www.carteinregola.it/index.php/pvq/punti-verde-qualita-gli-atti-pubblicati-dal-comune/

Purtroppo, a seguito dell’entrata in vigore del FOIA, tale pagina del sito non è più disponibile.

vedi anche:

CIRCHI E SPETT VIAGGIANTE: NORMATIVA DI SETTORE

http://www.spettacolodalvivo.beniculturali.it/index.php/normativa-circhi-spettacolo-viaggiante

 

 

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